Il ragazzo aveva solo 8 anni quando fu abusato per la prima volta. Era il 1996, a Ceprano, nel frusinate, e a violare la sua infanzia fu un prete, don Gianni Bekiaris. Il suo caso ora arriva sugli schermi grazie ad un documentario-denuncia della Bbc. “E’ un caso tra le decine e decine che ci sono. Riconosciuto colpevole, ma archiviato in sede penale perché il reato era prescritto, questo prete continua a stare nelle parrocchie”, denuncia Francesco Zanardi, presidente de La Rete L’Abuso. La sanzione canonica inflitta al sacerdote abusatore, che ha pagato alla vittima un risarcimento di oltre centomila euro, è quella di non avere incarichi pastorali con i ragazzi. Ma il sacerdote, oggi 60enne, continua a celebrare Messa. E alle celebrazioni ci sono chierichetti e bambini del catechismo sulle panche dei fedeli perché “non è che puoi cacciare i ragazzi dalle parrocchie”, commenta Zanardi, che oggi tutela le vittime con la sua associazione e che ha anche lui un passato di abusi subiti.
Il vescovo di Frosinone, mons. Ambrogio Spreafico, ha dichiarato alla Bbc di essersi attenuto alle procedure stabilite dalla Congregazione per la Dottrina della fede: “Hanno deciso in questo modo, non dipendeva da me”. Spreafico d’altronde fu la persona che avviò il processo canonico dopo che la vittima riuscì a denunciare. Un percorso lungo e doloroso che lo aveva portato anche a drogarsi e a tentare il suicidio.
Il presidente de La Rete L’Abuso definisce don Bekiaris come “uno psicopatico. Nel documentario ride: uno che ha stuprato bambini ride senza provare vergogna. Come fai a metterlo in circolazione?”. Zanardi accusa non solo lui ma anche chi “con delle scusanti” (per esempio celebra Messa “perché non ci sono altri sacerdoti”) fa in modo che questi preti possano svolgere normalmente il loro ministero. “Loro sono peggio degli stessi pedofili perché se lasciano che entrino in contatto con i minori praticamente li mettono in un pericolo annunciato”.
Zanardi si dice “disgustato” anche dalla testimonianza di Ermes Luparia nello stesso documentario: è lo psicoterapeuta e diacono che cura in una clinica i preti abusatori. “Dice: qui i preti pedofili si sentono accolti. Senza rivolgere un pensiero alle vittime. E’ una cosa che fa star male”. “Un altro caso riguarda G.B., vittima di un prete polacco nella zona di Isernia. Anche in questo caso il reato è prescritto e non solo non ha avuto giustizia ma è stato querelato per diffamazione, noi lo stiamo assistendo. Pensare che quel prete, oltre ad abusarlo, lo faceva dormire con i suoi cani”, riferisce il Presidente de La Rete L’Abuso.
Tutto questo mentre un altro prete riconosciuto autore di abusi, il francese Tony Anatrella, nonostante sia stato sospeso ‘a divinis’, è arrivato qualche giorno fa in Vaticano per partecipare ad un simposio sul sacerdozio. (ANSA).
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