di Enzo Beretta – Prostituzione minorile, atti sessuali con minorenni, sostituzione di persona. Sono queste le accuse rivolte a un ex prete pisano di 58 anni che in una struttura di accoglienza per profughi a Villanova di Orvieto, «simulando di essere un sacerdote e abusando della qualità di ospite e responsabile educativo», ha fatto sesso con alcuni migranti approfittando delle «condizioni di inferiorità psichica e fisica delle vittime» minorenni e in «posizione precaria e disagiata».
L’udienza preliminare e il mondo della moda Contro l’ex sacerdote, ridotto allo stato laicale ormai dal 2004, inizierà l’udienza preliminare il 20 gennaio. Il fascicolo è sul tavolo del giudice Angela Avila. Nella richiesta di rinvio a giudizio il sostituto procuratore Mara Pucci racconta i «metodi autoritari» utilizzati dall’indagato nell’estate 2017 insieme a «un clima di generale intimidazione, o comunque soggezione, in cui l’obbedienza alle sue regole era precondizione per ottenere più agevolmente documenti, sussidi economici e altri vantaggi, insieme alla permanenza nella struttura di accoglienza». Le carte, però, raccontano anche di squallidi atti sessuali con un giovane all’epoca 17enne e di proposte indecenti a un altro suo coetaneo, avvenuti nell’appartamento del finto prete che offriva soldi per pratiche sessuali e di prestarsi a sfilare nudo «millantando contatti con l’ambiente della moda».
I messaggi Attirava la sua preda con la promessa di denaro – si legge negli atti della Procura umbra – «cercando di vincerne le resistenze» parlandogli della «possibilità di fargli guadagnare molti soldi, anche duemila euro a sfilata, lusingandolo con complimenti sulla bellezza del suo corpo e provocandolo con domande esplicite». Tradotto nel linguaggio del Codice penale: prostituzione minorile. Contro il pisano – si legge – ci sono anche quei «petulanti messaggi allusivi» nei quali l’indagato ricordava al giovane: «Non dimenticare ciò che ti ho detto, vieni a trovarmi e non perdere tempo perché il tempo è denaro».
Sacerdote fino al 2004 quando la Chiesa lo allontanò Secondo la Procura di Perugia distrettualmente competente per i reati contestati il 58enne «si è falsamente attribuito la qualità di sacerdote della Chiesa cattolica, dalla quale era stato allontanato fin dal 2004» sembrando ancor più credibile «indossando abitualmente l’abito talare e celebrando messa». L’obiettivo, infatti, era quello di «essere ben accolto nella struttura d’accoglienza di Villanova e conquistarsi credibilità, fiducia e autorevolezza anche negli uffici della questura per il disbrigo delle pratiche di immigrazione, inducendo in errore gli ospiti e i gestori della struttura», con l’aggravante di «aver commesso il fatto anche al fine di agevolare la consumazione dei reati sessuali».
Quindici testimoni contro Tra le fonti di prova vengono elencate le indagini svolte dagli agenti del commissariato di Orvieto, le annotazioni di polizia giudiziaria, una relazione di servizio dei carabinieri di San Venanzo, la trascrizione dei messaggi vocali e le sommarie informazioni rese da una quindicina di testimoni.
Indossava la tonaca e diceva messa l’ex prete che offriva soldi ai minorenni per fare sesso
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