Nicola Corradi, il sacerdote condannato a 42 anni di carcere per abusi sessuali commessi all’Instituto Próvolo de La Carrodilla, è morto questo mercoledì all’età di 83 anni. Era agli arresti domiciliari, a causa della sua età e di malattie avanzate che hanno deteriorato la sua salute.
La morte è stata confermata dalla Procura della Repubblica. Corradi era stato riconosciuto colpevole in uno storico processo a Mendoza insieme al suo omologo, Horacio Corbacho, e al giardiniere dell’istituto, Armando Gómez, per 20 casi di abusi sessuali e corruzione su minori.
Al momento, il tribunale ha confermato tutte le accuse nei confronti dell’ex sacerdote che, arrivato dall’Italia, dove era già stato denunciato, è passato dall’omonimo istituto di La Plata, dove si registrano anche denunce, per sbarcare a Luján de Cuyo. Ma in provincia, dopo molti anni, sono venute alla luce le denunce degli ex studenti e c’è stato il loro arresto e un processo durato circa tre mesi nei tribunali di Mendoza.
I giudici hanno anche disposto l’interdizione perpetua dall’esercizio del sacerdozio per i due religiosi. A quel tempo, il pm Gustavo Stroppiana ha indicato: “Questa sentenza ribadisce la veridicità di quanto denunciato dai ragazzi e siamo d’accordo con i giudici”.
Oltre alla condanna a Mendoza, Corradi riuscì anche a eludere la giustizia di La Plata, poiché confermava la prescrizione degli atti commessi tra il 1982 e il 1991 nell’Istituto Provolo di quella città.
La Procura di La Plata incaricata delle indagini indicò all’epoca che Corradi “era la massima autorità dell’istituto dal 1970 al 1997” e ne fu ordinato l’arresto per i reati di semplice abuso sessuale aggravato dalla sua qualità di ministro del culto cattolico e incaricata la conserva a causa del grave danno alla salute della vittima e ripetuto in almeno 3 eventi; e abuso sessuale con accesso carnale aggravato ripetuto almeno 5 fatti nella sua qualità di partecipante necessario”.
Secondo l’indagine della Procura, gli abusi riscontrati sono stati commessi il sabato, quando “il numero degli internati è diminuito e sono rimasti solo quelli che non avevano famiglia”.
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