Le tombe aperte al cimitero Teutonico sono vuote. I due sepolcri aperti stamattina nell’ambito della nuova inchiesta sulla scomparsa della 15enne cittadina vaticana non contengono le ossa di Emanuela Orlandi. Lo rende noto l’avvocato di Pietro Orlandi. Solo poco prima aveva detto ai giornalisti, fiducioso: “È la prima volta che il Vaticano collabora”.
Vuote le tombe al cimitero Teutonico Vaticano. I due sepolcri aperti stamattina alla presenza dei tecnici al cimitero Vaticano non contengono le ossa di Emanuela Orlandi. Lo rende noto l’avvocato di Pietro Orlandi. Le operazioni di apertura dei due sepolcri sono iniziate stamattina sotto gli occhi dello stesso Pietro, che ai giornalisti aveva detto, fiducioso: “È la prima volta che il Vaticano collabora con noi”.
Le operazioni hanno riguardato la “Tomba dell’Angelo” della Principessa Sophie von Hohenlohe e la tomba attigua della Principessa Carlotta Federica di Mecklemburgo. “Per ragioni processuali e in ossequio al segreto istruttorio, non è stata resa nota l’identità dei familiari delle due principesse sepolte; ovviamente si tratta di discendenti che sono stati informati delle operazioni e che, per amore della verita’, hanno garantito la loro completa disponibilià e collaborazione con la Santa Sede e in particolare con l’Ufficio del Promotore di Giustizia”, ha detto il portavoce Vaticano Alessandro Gisotti.
Al Cimitero Teutonico è interevuto il personale della Fabbrica di San Pietro per l’apertura e chiusura dei sepolcri, mentre all’acquisizione dei reperti provvede il professor Giovanni Arcudi, che si era già occupato del mistero delle ossa rinvenute alla Nunziatura. Presente anche un perito di fiducia nominato dal legale della famiglia Orlandi. Sono intervenuti anche anche il Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, Gian Piero Milano, e il suo Aggiunto Alessandro Diddi, e il Comandante del Corpo della Gendarmeria Vaticana, Domenico Giani.
Emanuela Orlandi è scomparsa all’età di quindici anni da Roma, 36 anni fa. Nei primissimi giorni il caso fu trattato come un rapimento ‘a scopo di libidine’ ma presto la pista fu archiviata in favore di quella del sequestro politico, anche in conseguenze di alcune misteriose telefonate anonime attribuite a un personaggio ambiguo, che fu chiamato l’americano.
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