Secondo Juan Pablo Gallego, avvocato argentino, Papa Francesco sarebbe confessore e amico di un prete accusato di pedofilia.
Papa Francesco non fa ritorno in Argentina ormai da ben 6 anni. In molti si chiedono il perché di questo, ma secondo un avvocato (impegnato nella difesa di molte vittime di abusi) le ragioni che tratterrebbero questo ritorno sono chiare. A suo dire, infatti, sarebbe per evitare il caso don Julio Grassi. Si tratta di un prete pienamente coinvolto in una serie di scandali sessuali e Bergoglio ne fu confessore e amico quando era arcivescovo di Madrid.
I lati oscuri di Papa Francesco: confessore di un prete pedofilo
In occasione di un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, l’avvocato argentino Juan Pablo Gallego ha dichiarato perché, secondo lui, Papa Francesco preferirebbe evitare di tornare nel suo paese da quando è arrivato al soglio pontificio (ormai sono 6 anni).
Gallego è un avvocato molto celebre, poiché si è occupato dei principali scandali che hanno colpito il clero argentino. A suo dire, Bergoglio preferirebbe rimanere lontano da casa per evitare la questione relativa a don Julio Grassi, prete di cui fu confessore e coinvolto in uno scandalo di pedofilia.
Fu proprio Gallego a presentare la prima denuncia nei confronti di Padre Grassi. Lo fece a nome di un ragazzo che, nel 1996, fu vittima di abusi continui e “aberranti” per soddisfare i desideri di Julio César Grassi. Dopo un processo lungo è complicato, tutto si concluse con la condanna a 15 anni di carcere per abusi sessuali ripetuti su minori (nonostante ciò, Grassi non è stato espulso).
La conoscenza (ben nota) tra Bergoglio e Grassi
Secondo Gallego, tra Bergoglio e Grassi ci sarebbe stata una stretta amicizia sino a non troppo tempo fa.
Essa, in pratica, si sarebbe interrotta soltanto con l’ascesa del primo al soglio pontificio. Lo stesso Gallego, infatti, aveva incontrato Bergoglio nel 2006, quando l’altro non era ancora al vertice della Chiesa. A detta dell’avvocato, Papa Francesco, in quegli anni, non abbandonò mai l’amico Grassi.
Non ci furono atti illegali da parte di Bergoglio, ma Gallego sostiene che fu proprio l’odierno Papa a commissionare la contro-inchiesta che ebbe l’obiettivo di annientare la credibilità delle vittime. Si scoprì, infatti, che alcuni avvocati furono persino pagati dalla Chiesa, così da tirarsi fuori da questo processo (o almeno provarci). Bergoglio, allora presidente della Conferenza episcopale argentina, avrebbe, dunque, attivato a tutti gli effetti la difesa di Grassi.
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