John Tolkien, figlio del celebre John Ronald Reuel Tolkien, l’autore dei best seller della trilogia de “Il Signore degli Anelli”, avrebbe commesso abusi sessuali su dei boy scout
John Tolkien, figlio del celebre John Ronald Reuel Tolkien, l’autore dei best seller della trilogia de “Il Signore degli Anelli”, avrebbe commesso abusi sessuali.
Nel corso di un’Independent Inquiry into Child Sex Abuse (un’inchiesta appoggiata dal governo britannico, che riguarda diverse confessioni religiose e istituzioni e che ha visto lo svolgersi delle sue ultime udienze a Londra dal 12 al 16 novembre) è venuto fuori che l’arcidiocesi di Birmingham ha gestito malamente delle accuse di abusi da parte di quattro sacerdoti, tra cui proprio don Tolkien, che morì nel 2003.
Padre Tolkien era stato accusato di aver ordinato a dei boy scout di spogliarsi mentre lavoravano in una parrocchia di Sparkhill (diocesi di Birmingham) negli anni ’50. L’arcidiocesi era stata informata di analoghe denunce contro di lui nel 1968, secondo una nota del tempo che è stata citata dall’inchiesta, ma aveva rifiutato di trasmetterle alla polizia.
Don Tolkien, che era stato inviato a fare un trattamento per superare determinati problemi psicologici legati alla sessualità, era ritornato presto al ministero attivo, ma era ricaduto in altre accuse di reati sessuali contro un altro ragazzo nel 1970.
Jacqueline Carey, consulente legale per l’inchiesta, ha rivelato che nel 1993 l’arcivescovo Maurice Couve de Murville, allora alla guida dell’arcidiocesi di Birmingham, ha detto che non avrebbe agito perché padre Tolkien era in cattive condizioni di salute e stava andando in pensione. Alla fine la polizia era stata allertata nel 1994, ma non era stata intrapresa alcuna azione fino al 2001. Un’indagine aveva portato alla decisione di non processare Tolkien figlio.
Un’altra accusa era stata fatta contro don Tolkien nel 2002 e l’anno successivo Christopher Carrie, ex Boy Scout di Birmingham, aveva ottenuto – “senza alcuna ammissione di responsabilità” – un risarcimento extragiudiziale di quindicimila sterline, dopo che aveva fatto causa alla Chiesa per gli abusi.
L’arcivescovo di Birmingham Bernard Longley si è scusato a nome della Chiesa per gli abusi praticati da alcuni chierici e, durante la sua testimonianza del 16 novembre, ha riconosciuto i fallimenti della Chiesa di Birmingham nella protezione dei bambini ed ha assicurato il suo impegno per la tutela dei bambini e degli adulti vulnerabili.
“So che le scuse arrivano troppo tardi e sono inadeguate”, ha detto Longley. “Dobbiamo imparare dagli errori seri che abbiamo commesso”, ha aggiunto l’arcivescovo. “Posso solo dire che spero non sia troppo tardi. Rappresento una Chiesa il cui messaggio è che non è mai troppo tardi, ma non spetta a me dirlo in relazione alle vittime e ai sopravvissuti agli abusi”.
Il cardinale Vincent Nichols di Westminster, presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles e arcivescovo di Birmingham dal 2000 al 2009, avrebbe dovuto affrontare l’inchiesta ma si è ammalato durante un servizio funebre per i caduti di guerra l’11 novembre scorso e non è stato in grado di partecipare. Adesso saranno presi degli accordi per permettere la sua testimonianza il prossimo 13 dicembre.
L’arcidiocesi di Birmingham è una delle diocesi dell’Inghilterra e del Galles tra le più colpite dagli abusi dei chierici. Dagli anni ’50, sono state fatte almeno 78 accuse contro persone dell’arcidiocesi di Birmingham, e almeno 13 preti sono stati condannati in tribunale o messi in guardia dalla polizia.
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