Pedofilia nella Chiesa americana. La Corte Suprema della Pennsylvania ha pubblicato il 14 agosto un’inquietante rapporto nel quale si parla di circa 300 preti cattolici responsabili di abuso sessuale su oltre 1000 bambini in sei diocesi dello stato americano.
Pedofilia nella Chiesa americana
All’inizio fu il caso Spotlight. Quando nel 2001 una squadra di giornalisti investigativi del giornale statunitense Boston Globe iniziò un’inchiesta sugli abusi sessuali ai danni di minori perpetrati da oltre 70 sacerdoti dell’arcidiocesi di Boston. Dei casi di pedofilia all’interno della chiesa si parlava a malapena e con grande difficoltà. Coperture ed omertà delle alte sfere ecclesiastiche insabbiavano qualsiasi tentativo di far trapelare la verità nonostante le denunce delle vittime.
Nella vicenda fu coinvolto lo stesso arcivescovo Bernard Francis Law, accusato di aver coperto molte violenze in diverse parrocchie L’indagine valse il Premio Pulitzer di pubblico servizio al quotidiano nel 2003 e aprì a numerose indagini su alcune tragiche vicende all’interno della Chiesa cattolica.
Il caso Spotlight
Dal lavoro dei giornalisti del Boston Globe venne tratto anche un film che nel 2016 vinse il premio Oscar. Ma è proprio alla fine della pellicola che si scopre quanto la pedofilia sia ramificata e praticata dai preti cattolici.
Nei titoli di coda una lunga lista di luoghi, sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo, nei quali la Chiesa cattolica è stata coinvolta.
Inoltre in seguito all’emersione dello scandalo il cardinale Bernard Francis Law è stato rimosso dal suo incarico a Boston ma promosso alla Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma dove è morto nel 2017.
Scandalo in Pennsylvania
Ora dopo Boston un altro caso, che si snoda per oltre 70 anni, colpisce lo stato della Pennsylvania. E’ stata la Corte Suprema dello Stato, il 14 agosto, a pubblicare un’inquietante informativa nella quale si parla di circa 300 preti cattolici responsabili per l’abuso sessuale di oltre 1000 bambini in sei diocesi dello stato americano. Lo stesso arcivescovo Donald Wuerl ha inviato ai preti della Pennsylvania una lettera nella quale si avvertiva del contenuto “profondamente inquietante” del rapporto.
I magistrati in oltre 1300 pagine parlano esplicitamente di minori manipolati attraverso alcool e droghe. Vengono descritti particolari precisi e crudeli sulle violenze sessuali, sulle loro modalità. Le vittime sono principalmente maschi anche se non mancano bambine coinvolte. Ma gli abusi si estendono anche ad adolescenti e preadolescenti.
Insabbiamento sistematico
Finora la Chiesa cattolica non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali circa le accuse all’indomani della pubblicazione del rapporto.
Da quest’ultimo emerge soprattutto quello che il Procuratore di Stato Josh Shapiro ha descritto come “un insabbiamento sistematico da parte di alti funzionari della Chiesa in Pennsylvania e in Vaticano”.
Dal testo si può ancora leggere: “i preti stavano violentando i bambini e gli uomini di Dio che erano responsabili di loro non solo non hanno fatto nulla, hanno nascosto tutto, per decenni”.
Legge di limitazione
La conseguenza peggiore, al di là della pubblicità che ha ora il caso, è che l’insabbiamento, così resistente in tutti questi anni, ha reso i casi quasi tutti troppo vecchi per essere giudicati, poiché la maggior parte di essi è anteriore all’anno 2000. Inoltre, in Pennsylvania è in vigore la cosiddetta”legge di limitazione” che impedisce alle vittime di abusi sessuali durante l’infanzia di presentare cause civili contro la Chiesa dopo aver compiuto 30 anni. Ma la corte ha potuto rinviare e giudizio solo due sacerdoti accusati di abusi sui minori avvenuti nell’ultimo decennio.
Per questo Shapiro non ha escluso che il numero vero delle vittime possa superare la cifra attuale. Infatti è possibile che le accuse di alcuni minori siano andate perse o che molti abbiano scelto di rimanere in silenzio. Il Procuratore ha anche puntato l’indice contro alcuni esponenti della Chiesa che si sono limitati a minimizzare gli accadimenti qualificandoli come “giochi bruschi”, “scontri e comportamenti inappropriati”. “Non era nessuna di quelle cose – ha ribadito nel rapporto Shapiro -, erano abusi sessuali su minori, incluso lo stupro”.
Un lavoro durato due anni
Il rapporto ha richiesto un lavoro di due anni, è stato esaminato mezzo milione di pagine di documenti delle diverse diocesi. Sono stati ascoltati decine di testimoni e vittime. Alcune di queste hanno raccontato di essere stati picchiati dai loro stessi familiari che non credevano ai racconti. Una delle vittime ha tentato il suicidio mentre era ancora in corso l’indagine.
Le autorità giudiziarie definiscono questa inchiesta la più ampia mai condotta finora da un’agenzia governativa negli Stati Uniti sugli abusi sessuali su minori nella Chiesa cattolica. Una dimensione molto più grande proprio del caso Spotlight o di quella che ha portato alle dimissioni il mese scorso dell’arcivescovo di Washinghton, Theodore McCarrick, accusato di abusi durati decenni.
PAPA FRANCESCO
Scopri di più da Rete L'ABUSO
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.