«Al momento la Commissione è solo sulla carta, un nome vuoto, perchè di fatto non è stato ancora nominato nessun membro» dice attraverso Twitter. Il Papa alla fine di dicembre ha assicurato il cardinale O’Malley, presidente della Commissione, che la struttura avrebbe continuato a lavorare come prima. Padre Hans Zoellner, il gesuita della Gregoriana in prima linea sul tema degli abusi, ripete che le nomine sono ancora al vaglio e che la struttura continuerà il lavoro di sempre. Chi ne farà parte resta un mistero e padre Zollner non si vuole sbilanciare. Di fatto la Commissione voluta da Bergoglio come simbolo del cammino fatto in merito alla tolleranza zero comincia a fare riflettere. Prima dell’addio della Collins un’altra vittima, Peter Saunders aveva sbattuto la porta e se ne era andato polemicamente accusando persino Papa Francesco di avanzare lentamente e senza troppa convinzione.
A puntare il dito sulla anomalia di questa importante Commissione lasciata scadere senza un immediato rinnovo dal Papa è un’altra vittima di abusi che, in Italia, ha dato vita alla associazione Rete l’Abuso. In una lettera aperta Francesco Zanardi giudica la Commissione istituita nel 2013 una specie di specchietto per le allodole «utile ad alleggerire quello che nel 2014 sarebbe stato il pesantissimo rapporto della Commissione ONU per la tutela del fanciullo, alla quale la Santa Sede avrebbe dovuto rispondere lo scorso primo settembre».
L’Associazione Rete l’Abuso lamenta poi che in Italia non tutte le diocesi e le parrocchie hanno avviato programmi per la formazione di personale ecclesiastico aggiungendo che vi sarebbero anche casi che fanno discutere. «Come per esempio il caso di un sacerdote di Palermo, don Turturro che scontata la pena civile la scorsa estate è stato reintegrato nella sua diocesi e ora predica e dice messa normalmente».
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