Di Massimo Gramellini
Mentre tra italiani ci si divide sulla sepoltura in patria del Savoia fellone, senza fare una piega gli abitanti di un piccolo Stato confinante si accingono a tumulare nella basilica extraterritoriale di Santa Maria Maggiore le spoglie del cardinale che a Boston coprì per decenni i preti pedofili. Durante i funerali, celebrati ieri alla presenza di ambasciatori e prelati d’alto bordo, non una parola è stata spesa per le vittime dello scandalo rivelato dai segugi del Boston Globe e raccontato nel film Spotlight. Decine e decine di bambini sottoposti ad abusi e ricatti da parte di un manipolo di sacerdoti deviati, che il cardinal Law proteggeva anteponendo alla tutela dei deboli e degli indifesi quella del buon nome della sua Chiesa.
Si rimane ogni volta ammaliati e sgomenti davanti allo spettacolo di questo consesso bimillenario di uomini anziani fatto di santi ma anche di una casta che a ogni costo difende e perpetua se stessa. Proprio nell’anno in cui il maschio di potere alla Weinstein ha perso il suo senso di impunità, parte dell’alto clero continua a ritenersi un pianeta a sé, slegato dalle leggi e dai costumi che valgono per tutti gli altri. La stessa logica ha guidato il cardinal Law nel proteggere gli orchi in sottana e la Curia nel proteggere lui. Prima in vita, assegnandogli un rifugio di lusso a Roma. Poi in morte, garantendogli esequie e sepoltura degni di quel principe che non è stato, ma che l’appartenenza a una lobby ristretta di privilegiati gli ha consentito di credersi.
http://www.corriere.it/caffe-gramellini/17_dicembre_21/caffe-gramellini-casta-divina-cardinale-law-boston-a65a7ac8-e696-11e7-a31d-9c65415bd8d8.shtml
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