DOPO GLI SCANDALI «Le vittime non hanno giustizia, chi abusa la fa franca»
Dopo gli scandali internazionali si teme che anche in Italia ci possa essere un sistema per coprire i casi di pedofilia tra i p re t i . Un timore che non è frutto dell’immaginazione di qualche detrattore della Chiesa, ma che nasce da un documento stilato dal comitato dell’Onu che ha interpellato il Vaticano circa gli impegni presi per la tutela dei diritti del fanciullo. Il documento dovrebbe garantire la tutela dell’infanzia in ambito internazionale, ma il comitato Onu che se ne è occupato ha perplessità sugli impegni presi dalla Santa Sede che, interpellata, non ha dato chiarimenti. Un passaggio che non è sfuggito a chi segue queste vicende e si impegna ogni giorno per difendere le vittime di abusi da parte di uomini di chiesa. «Ben noti autori di abusi sessuali su bambini sono stati trasferiti di parrocchia in parrocchia o in altri paesi nel tentativo di tenere nascosti tali crimini, una pratica documentata da numerose commissioni nazionali d’inchiesta. La pratica della mobilità dei criminali, che ha permesso a molti preti di rimanere in contatto con i fanciulli e di continuare ad abusare di loro, tuttora pone i fanciulli di molti Paesi ad alto rischio di abuso sessuale, poiché dozzine di autori di abusi sessuali sul bambino sono segnalati essere tuttora in contatto con fanciulli», recita il documento O nu. L’associazione Rete l’Abuso, attraverso il deputato pentastellato Matteo Mantero, ha presentato un’interpellanza parlamentare per chiedere se il Governo intenda assumere iniziative per prevenire e reprimere il fenomeno degli abusi sessuali, per esempio estendendo l’obbligo di richiedere il certificato antipedofilia per tutte le categorie oggi esenti che vengono a contatto con minori. Quali siano i dati di cui il Governo dispone sul fenomeno e se intenda valutare accordi con il Vaticano per risarcire le vittime oltre allo scambio di informazioni tra i due Stati per prevenire e perseguire altri ca si . La società civile scuote la politica e chiede un suo impegno concreto a difesa delle giovani vittime. Un impegno che deve essere volto a spezzare un meccanismo che troppe volte non permette loro di avere giustizia e, al contrario, consente a pedofili e violentatori di farla franca. Meccanismi che a volte si fanno vero e proprio sistema.
Scopri di più da Rete L'ABUSO
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.