“A 12 anni, io sfruttato e abusato”. La querela di un ex-ospite infanga il nome delle comunità umbre.
Secondo la testimonianza del giovane, le violenze e lo sfruttamento sarebbero state la norma nelle strutture di accoglienza del prete umbro; raccolte nero su bianco, chi narra è ancora un ragazzino all’epoca dei fatti. E’ il 2004, infatti, quando don Lucio pare gli metta per la prima volta occhi e mani addosso: i servizi sociali, su richiesta della madre del giovane, si sono appena accordati con la san Fatucchio per inserirlo in comunità. All’inizio, si parla solo di periodo scolastico, e tutto pare filare liscio; nel 2008, però, quando l’ospite ha già 16 anni, viene trasferito nella casa-accoglienza della parrocchia di santa Maria Maddalena, a Cenerente, il cui parroco era proprio don Lucio che lo accoglie nonostante quella sia una comunità di persone adulte, non riservata ai minori e composta prevalentemente da tossicodipendenti, elementi con disturbi psichiatrici e problemi giudiziari.
“Qui, ognuno ha l’obbligato a condividere tutto, anche gli indumenti intimi” viene spiegato al ragazzo e lui, controvoglia, ubbidisce. Ubbidisce anche quando gli vendono imposti gli orari cadenzati della giornata. Delle giornate: tutte uguali. “Lavori pesanti” denuncia il giovane, ormai 25enne “che andavano da quelli di muratura per manutentare l’edificio della casa-famiglia, alla raccolta delle olive, fino al facchinaggio pesante”. Tutti lavori che occupavano, indistintamente, maggiorenni e minorenni, per non parlare della totale assenza dei ben che minimi requisiti di sicurezza e senza alcun tipo di protezione idonea. “E poi, c’era la preghiera: obbligatoria.” continua l’ospite “Dalle 18.30 alle 19.30 avevamo una pausa per lavarci poi dovevamo dedicarsi, dalle 19.30 alle 20 a sessioni di preghiera. Dopo c’era la cena e non si andava a letto prima delle 23: prima, però eravamo sempre sottoposti a urla, insulti e prediche”. Nella denuncia del ragazzo, anche pochi i contatti con la madre, sempre estremamente limitati nel corso della sua lunga permanenza all’interno delle comunità; fra gli ospiti, racconta sempre il nostro contatto, ormai adulto, pare ci sia stato anche chi gli avrebbe consigliato di “stare attento”.
http://www.periodicodaily.com/2017/11/02/unaltra-accusa-per-don-lucio-gatti-violenze-e-maltrattamenti-nelle-sue-case-accoglienza/
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