Un’altra accusa di violenza sessuale dopo quella del marzo 2016 a carico don Lucio Gatti, il prete perugino che patteggiò già nel 2014 in sede penale, una condanna due anni di reclusione per violenza sessuale e abuso di mezzi di correzione ai danni di alcuni ospiti delle Comunità Caritas di San Fatucchio di Castiglione del Lago (PG) che egli stesso dirigeva.
La presunta vittima che all’epoca dei fatti aveva 12 anni, pur non conoscendo il compagno di sventura che ha denunciato don Lucio nel marzo 2016, racconta una storia drammaticamente identica che solleva pesanti interrogativi non solo sull’operato di don Lucio Gatti, ma anche sui servizi sociali perugini, accusati da entrambe le vittime di non averle adeguatamente tutelate.
Infatti, nel racconto narrativo entrambe affermano di essere state prelevate, una 12enne e l’altra 13enne e collocate dagli stessi servizi sociali in strutture decisamente inadeguate, costrette a convivere con adulti agli arresti domiciliari, tossicodipendenti o malati psichiatrici.
Anche in questo caso la presunta vittima lamenta di essere stata costretta a utilizzare biancheria intima in comune con gli altri, di essere stata sottoposta a sfruttamento e costretta a fare lavori pesanti e inadeguati come facchinaggio, muratura, falegnameria, giardinaggio che riguardavano indistintamente sia i minorenni che i maggiorenni.
Don Lucio Gatti che nel 2012, in riferimento al primo processo penale, era stato sospeso a divinis dal vescovo Gualtiero Bassetti per cinque anni , dovrebbe proprio in questo periodo esaurire la sua condanna canonica.
Il caso è Seguito dalla Rete L’ABUSO e assegnato a uno dei nostri legali di fiducia, l’avvocato Cristiano Baroni che questa mattina ha depositato insieme alla presunta vittima formale querela presso la Procura della Repubblica di Perugia.
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