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Dopo quattro anni di lavoro presentato il rapporto della Commissione d’inchiesta federale che rivela la vastità del fenomeno. Le denunce ignorate. I reati sarebbero stati commessi tra il 1950 e il 2015. Il mea culpa della Chiesa: «Un fallimento gigantesco»
di Monica Ricci Sargentini
Sono più di 4500 i minori che avrebbero subito abusi sessuali da parte di preti cattolici in Australia tra il 1980 e il 2015. Lo rivela un rapporto della Commissione federale d’inchiesta istituita 4 anni fa per indagare il fenomeno dagli anni ‘50 ad oggi. Le cifre sono inquietanti: sotto accusa il 7% dei sacerdoti ma in alcune chiese si raggiungono punte del 40%.
Le vittime
Ad essere prese di mira soprattutto le bambine di 10 anni e mezzo e i maschi di 11 anni e mezzo. «Le storie delle vittime sono tutte uguali e questo è molto deprimente» ha detto alla Bbc Gail Furnell, il capo degli avvocati che assistono la commissione nel suo lavoro. «I bambini sono stati ignorati o peggio ancora puniti per aver raccontato i fatti. Nessuno ha indato sulle loro accuse. I preti o altre figure religiose sono stati spostati in altre parrocchie senza che si sapesse nulla del loro passato» ha aggiunto Furness.
Le cifre
Sotto inchiesta ci sarebbero 1000 istituzioni della Chiesa cattolica australiana ma la commissione sta indagando anche su organizzazioni non religiose. In cima alla triste classifica St. John of God Brothers dove il 40,4 dei religiosi è sotto accusa, seguita dai Christians Brothers con il 22% e dai Salesiani di Don Bosco con il 21,9%.
L’inchiesta
È l’inchiesta più approfondita sulla pedofilia nella storia d’Australia, che ha indagato su chiese, enti di beneficenza, governi locali, scuole, organizzazioni comunitarie, gruppi di boy scout e club sportivi, e sulla polizia. Non sono solo le comunità cattoliche ad essere nel mirino. Il 60% delle denunce di abusi riguarda organizzazioni religiose di cui circa due terzi sono cattoliche.
Le scuse
La Chiesa cattolica australiana parla di «un fallimento gigantesco» nel compito di proteggere i bambini. «Questi numeri sono tragici, scioccanti e indifendibili. Come cattolici ci vergogniamo» dice con le lacrime agli occhi Francis Sullivan il capo del Consiglio per la verità, la giustizia e la cura che si occupa di rispondere al rapporto. Nelle prossime settimane è prevista l’audizione di alcuni sacerdoti. Il rapporto finale sarà presentato alla fine dell’anno.
Il Vaticano
Il Vaticano segue con attenzione il caso. Il cardinale George Pell, oggi ministro per l’economia di Papa Francesco, lo scorso marzo ha deposto davanti alla commissione che lo accusa, in sostanza, di avere coperto, negli anni ‘70 e ‘80, sacerdoti responsabili di abusi, permettendo che fossero trasferiti da una parrocchia all’altra, e di aver insabbiato gli scandali. Il cardinale aveva parlato con i commissari in collegamento video dall’Hotel Quirinale di Roma, una Bibbia per prestare giuramento: «Non sono qui per difendere l’indifendibile. La Chiesa ha commesso errori enormi ma sta lavorando per rimediare». «In quel tempo, se un prete negava questi comportamenti, io ero fortemente incline a credergli» è stata la sua difesa.
http://www.corriere.it/esteri/17_febbraio_06/australia-7percento-preti-cattolici-avrebbe-abusato-4mila-bambini-aa09bea8-ec42-11e6-b0dc-72bd53481b5d.shtml
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