In un’intervista rilasciata a “il Giornale” il primo aprile 2010 uno dei maggiori esperti europei di crimini contro i minori, il procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno, spiegò come nessuno aveva fatto fino ad allora su un organo di stampa italiano cosa significa l’abuso sessuale da parte di un sacerdote: «Il discorso viene spesso liquidato come un problema di pedofilia. Ma il prete che abusa di un bambino è più paragonabile a un genitore incestuoso che a un pedofilo di strada che insidia i bambini ai giardinetti. Bisogna partire da un dato di fatto: il sacerdote ha un enorme potere spirituale, tanto che spesso viene chiamato ‘padre’, e questo è significativo. Se guardiamo questi episodi in senso non biologico ma spirituale e morale, ci troviamo di fronte più a un abuso incestuoso che a un classico stupro. Ricordo che anche nelle cronache si parla di atti avvenuti in confessionale. E io mi chiedo: perché proprio in confessionale? Perché proprio in quel luogo e in quel momento? Perché è in quel momento che più intensamente il sacerdote si presenta come rappresentante di Dio. A Milano – concluse Forno – è stato condannato un sacerdote che nel confessare ragazze di 14 o 15 anni le faceva spogliare e le palpeggiava dicendo: ‘Lo vuole Gesù’. Ecco, il concetto del ‘lo vuole Gesù’ è il punto d’arrivo dell’incesto spirituale».
Forno sapeva e sa bene che, come qualsiasi pedofilo, anche quello in tonaca circuisce la vittima giocando sull’ambiguità e inducendola alla confusione. Quando c’è un rapporto di fiducia o affettivo, l’abuso è compiuto in maniera subdola, rasentando la linea di demarcazione che ci può essere con un rapporto amicale. La sua è una condotta violenta ma è raramente esercitata con violenza.
Alcuni giorni fa scorsi un adolescente di Corna di Darfo, in Val Camonica, nel bresciano, si è confidato con un sacerdote a Milano raccontando di essere stato abusato quando aveva 12 anni dal parroco del suo paese, don Angelo Blanchetti. Il prete lo ha subito invitato a rivolgersi ai carabinieri. Lunedì 13 giugno Blanchetti è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale continuata su un minore. Gli stupri sarebbero stati compiuti sul ragazzino per due anni di seguito.
«Se non ti concedi finirai all’inferno». Questo avrebbe detto tra le altre cose don Angelo al ragazzino che, come racconta il Corsera, seguiva personalmente per avvicinarlo al sacramento del battesimo. Una versione alternativa di “Fatti violentare, lo vuole Gesù”.
Vedremo come andrà a finire questa vicenda che se non altro segnala che un sacerdote con un suo consiglio ha molto probabilmente impedito che un pedofilo colpisse ancora indisturbato.
Volete sapere quali conseguenze ebbe invece nel 2010 l’intervista a Pietro Forno?
Qualche giorno dopo si vide arrivare in ufficio gli ispettori ministeriali. Li aveva mandati l’allora ministro della Giustizia, Angelino Alfano, per verificare che uno dei massimi esperti internazionali nel campo della prevenzione e della lotta alla pedofilia non avesse rivelato segreti d’ufficio.
Federico Tulli
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