L’ULTIMA ARCHIVIAZIONE PER DON PINETTO SI TRASFORMA IN UN’INVETTIVA CONTRO LACHIESA OMERTOSA
SAVONA. «Mi disse che avevo fatto un brutto sogno». L’allora rettore del seminario, Andrea Giusto, avrebbe liquidato con queste poche parole il giovane seminarista S. P.(ora ha 54 anni) che si era rivolto a lui dopo le morbose attenzioni ricevute da don Pietro Pinetto.
Era il 1974 quando nel seminario di Savona si sarebbero verificati i drammi. «Con Giusto parlai direttamente, prima ancora di scappare, dentro al seminario – aggiunge una delle vittime del prete- io del rettore mi fidavo; andai a colloquio con lui alla fine,dopo aver assistito all’episodio in cui don Pinetto masturbava un mio compagno».
È uno dei passaggi più delicati e crudi del decreto di archiviazione firmato dal giudice delle indagini preliminari Fiorenza Giorgi per l’ex parroco di San Michele a Celle ed attualmente“aiutante” nella parrocchia di San Francesco da Paola in piazza Bologna, indagato di calunnia nei confronti della vittima che lo aveva denunciato.
«Pinetto ha avuto degli atteggiamenti particolari nei mie confronti….ricordo che la prima volta che mi ha toccato è stato quando mi voleva spiegare come bisognava lavarsi nelle parti intime – è il racconto di D. G., una presunta seconda vittima del prete – Ha iniziato facendomi spogliare….».
Ma c’è una lettera autografata scritta da S. P. ai genitori subito dopo i fatti e nella quale aveva trovato le parole per confidare ai suoi quelle terribili esperienze nel seminario savonese: «Cominciò ad abbracciarmi e piano piano scendeva sempre più in basso: quando arrivò a quel punto divenni freddo come il ghiaccio, non riuscivo più a parlare e mentre lo trastullava diceva “chissà se muovendo un poco…»
G.CIO. Il Secolo XIX Savona
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