A Pamplona un giovane artista ha realizzato la sua “opera d’arte” dopo aver portato via decine di particole durante riti religiosi.
Scandalo in Spagna per una esposizione “artistica” composta da 242 ostie consacrate e successivamente trafugate, messe a terra in modo da comporre la parola “pedofilia”. Sono decine di migliaia i cittadini infuriati per il lavoro dell’artista ventisettenne Abel Azcona, il quale ha confermato di aver trafugato le ostie nel corso di altrettante messe tra Pamplona e Madrid. La mostra che ha proposto al suo interno la discussa opera si chiama “Desenterrados” e sarà visibile nella città navarra fino a metà gennaio. Tra l’altro, la mostra è ospitata in locali concessi in uso dalla diocesi di Pamplona al Comune, che ha patrocinato l’iniziativa.
Mentre la politica si è subito divisa tra chi difendeva i valori religiosi dei cristiani e chi sosteneva che avesse priorità la libertà di espressione di un artista, Abel Azcona è stato denunciato dall’Associazione Spagnola degli Avvocati Cattolici. Il codice penale iberico, infatti, sanziona con una pena tra gli otto ed i dodici mesi di reclusione le offese “ai sentimenti di una confessione religiosa” tramite dileggio “dei suoi dogma, credenze, riti e cerimonie.” Azcona ha spiegato, invece, di non aver compiuto nulla di particolarmente strano: “Ho deciso di mettermele in tasca e di uscire dalla chiesa. E’ tutto legale, me le hanno consegnate in mano.”
Alla fine, nelle scorse ore, un cittadino ha deciso di porre da solo fine alla profanazione, visto che le autorità civili non si erano mosse, essendo troppo impegnati gli esponenti istituzionali a discutere tra di loro, mentre il sindaco di Pamplona cercava una mediazione politica per risolvere la faccenda, impegnandosi anche a cercare di convincere l’artista a ritirare il suo lavoro. Un uomo, dunque, Si è recato nel luogo dove si tiene la mostra e ha prelevato da terra le ostie una ad una, riponendole gelosamente in un contenitore, che è stato poi consegnato al parroco della vicina chiesa di Cristo Re di Pamplona, in modo da far conservare le ostie consacrate in un tabernacolo. Sono rimaste in bella vista all’interno dell’esposizione, però, alcuni grandi foto che ritraggono “l’opera d’arte” smantellata.
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