La diocesi di Albenga finisce ancora una volta nella bufera.
SAVONA. Il viaggio in Italia con un prete della missione uruguayana di Citta 33 doveva essere un colpo di spugna su un’adolescenza difficile. Secondo la sua denuncia, invece, l’alloggio di Albenga del prete, che era il suo tutore, si è trasformato nella casa degli orrori. Il teatro di una serie di violenze sessuali terribili, indicibili, che secondo l’accusa sarebbero state commesse su di lui dal missionario e in precedenza da almeno altri due preti sudamericani. Il giovane brasiliano, ora ventinovenne, ha raccontato ieri mattina al sostituto procuratore di Savona Giovanni Battista Ferro la sua vita fatta di abusi sessuali continui, che sarebbero iniziati già quando era bambino, nella missione in Uruguay in cui è cresciuto.
Un drammatico faccia a faccia alla presenza anche del presidente dell’associazione “Rete L’ABUSO”, Francesco Zanardi, durante il quale il giovane ha raccontato fatti precisi e mosso accuse nei confronti di alcuni preti missionari. E se in molti casi, secondo la vittima, le violenze sarebbero avvenute nella missione, il giovane ha raccontato anche dell’incubo vissuto ad Albenga. E la procura ha immediatamente aperto un’inchiesta per presunti abusi sessuali. Al momento si tratta di un fascicolo non costituente notizia di reato, ma il magistrato ha incaricato gli uomini della polizia giudiziaria di approfondire il racconto della presunta vittima. In particolare il pm Ferro vuole accertare l’esatta collocazione dell’alloggio e soprattutto la tempistica delle violenze. Il nodo della vicenda è l’eventuale prescrizione dei reati. Ossia se sono già trascorsi dieci anni o meno da quella terribile esperienza. Fondamentale quindi che gli inquirenti diano una data precisa al viaggio ad Albenga del giovane e del suo prete tutore. Non avrebbe influenza invece la maggiore età della vittima: il sacerdote, che attualmente si trova in Riviera e potrebbe tornare nella missione uruguayana, avrebbe abusato approfittando del suo ruolo di tutore.
Insomma una vicenda terribile, venuta alla luce in seguito alla pubblicazione sui social network di alcune immagini crude postate da altre giovani vittime dei preti che lavorano nella missione. Un flash-back per il ventinovenne brasiliano, che si è così deciso a parlare. E attraverso la Rete L’ABUSO ed alcuni amici è riuscito ad avere il biglietto aereo per tornare in Italia e presentarsi al pm Ferro per sporgere denuncia. «Voglio solo che non succeda ad altri ragazzini: orfani, senza difesa, senza voce. E’ per loro, che ho trovato il coraggio di denunciare», dice il ventinovenne. E la diocesi di Albenga-Imperia torna nella bufera per questioni legate a pedofilia e violenze sessuali.
GIOVANNI CIOLINA
SONDRA COGGIO
Il Secolo XIX del 5-9-15 pag. 9
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