L’arresto di don Pascal Manca ha aperto una breccia. Accuse di pedofilia, diffamazioni, veleni, inchieste, arresti, ombre nel passato di alcuni sacerdoti, il giallo sull’allontanamento di don Alberto Manca da parroco della Cattedrale di Cagliari.
Si espande a macchia d’olio l’inchiesta su pedofilia e dintorni. E tornano a galla vecchi “cold case” nati sull’asse Cagliari-Vallermosa-Mandas e forse archiviati troppo in fretta.
C’è il tanto per scomodare gli ispettori del Vaticano che starebbero per arrivare nell’Isola per fare luce e tentare di riportare serenità nella comunità cattolica isolana.
Sono settimane difficili per i vertici della Chiesa cagliaritana. L’ultimo sofferto conflitto è quello che si sta consumando all’interno della Cattedrale, nel cuore di Castello, a Cagliari. Un posto da sempre molto ambito. Tradizionalmente riservato a preti giunti a fine sacerdozio, dunque esperti e meritevoli di un riconoscimento per il loro servizio nella Chiesa. Ma anche una parrocchia dai tanti misteri come lo strano incidente stradale, nel 1988, in cui morì l’allora parroco don Antonio Pittau (mai del tutto chiarita) e il clamoroso furto, miliardario (in lire) di un ostensorio d’oro tempestato di diamanti e un boccale del Cellini.
Nel 2009 un nuovo fatto di cronaca aveva riportato le attenzioni sulla Cattedrale: l’auto di don Alberto Pala, giovane parroco pronto per una brillante carriera (monsignor Giuseppe Mani lo aveva anche nominato direttore dell’ufficio liturgico Diocesano), era stata distrutta in un attentato incendiario. Il parroco aveva fatto il nome di Michele Piras, all’epoca diacono (mai nemmeno indagato per quella vicenda), diventato poi uno degli accusatori di don Pascal Manca. Lo stesso don Alberto al centro in questi giorni di una sospensione per motivi di salute che assomiglia molto a un allontanamento.
Oggi don Pascal Manca, ex parroco di Villamar, trascorre il compleanno in carcere. Da una settimana si trova in una cella ad Uta con l’accusa di abusi sessuali su minori. Intanto un gruppo di cittadini di Villamar ha pronta una lettera da inviare a papa Francesco per chiedergli di fare luce ed individuare eventuali responsabilità «in una brutta vicenda dalla quale il paese si è ritrovato travolto». Nessun intento di condanna per il sacerdote. Ma bensì quello di individuare colpe ed omissioni dei superiori che, secondo il comitato spontaneo villamarese, pur a conoscenza dei fatti, non avrebbero agito. Dito puntato soprattutto contro l’arcivescovo di Cagliari monsignor Arrigo Miglio.
http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2015/05/15/cagliari_uno_007_del_vaticano_dopo_gli_scandali_in_parrocchia-68-418997.html
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