Con il suo lungo curriculum di preti e laici coinvolti, di coperture criminali attuate proprio dai vertici, la Diocesi di Savona-Noli organizza una serie di corsi nei quali si tratta il tema dell’abuso sessuale a danno di minori.
Al di la del fatto che la psicologa Rosita Bormida ha saputo trattare l’argomento con estrema competenza, purtroppo ci sfugge il fine di questi incontri e sopratutto ci sfugge di comprendere quale possa essere la loro utilità. Ci suona un po’ ipocrita il fatto che ad organizzare questi corsi, udite udite, sia proprio la chiaccheratissima Diocesi di Savona-Noli, la quale, negli ultimi decenni ha permesso ai preti pedofili e ai laici pedofili savonesi di produrre decine di vittime, vittime che dalla stessa Diocesi, malgrado che la magistratura savonese abbia appurato la veridicità delle accuse, si sono viste negate qualunque tipo di sostegno.
Per la verità non è che non si sia interessata di loro ma forse lo ha fatto con modi che a noi, comuni mortali, suonano un tantino persecutori e non risolutivi del danno prodotto. Nella vicenda savonese infatti abbiamo visto vittime sfrattate dalla stessa Diocesi, altre licenziate in tronco dopo l’apertura delle indagini, altre ancora oggetto di promesse mai mantenute, altre querelate dalla Diocesi o dal pedofilo solo perché avevano osato denunciare le violenze subite.
Con questo non vogliamo certo dire che la prevenzione non sia di fondamentale importanza, ma quando questa viene usata come fumo negli occhi per nascondere e snobbare le proprie responsabilità, non può non venirci qualche dubbio su quale sia il fine.
Francesco Zanardi Presidente Rete L’ABUSO ONLUS
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