DIEGO E LE VISITE DI DON SILVERIO
Don Silverio Mura insegnava religione a Napoli nella prima media di Diego, era gentile, aperto, non gli sembrò strano la prima volta che lo invitò a casa sua, di pomeriggio. Anzi, Diego era quasi onorato di essere stato scelto proprio lui, tra i tanti, per un incontro informale. La prima volta furono baci e carezze. E poi non fu una sola volta e non furono più carezze. «Andavo da lui due, tre pomeriggi alla settimana. Stavo in soggiorno e lui metteva un film di paura in cui c’entravano sempre i preti, tipo L’esorcista. Mentre lo guardavo lui faceva. Per ogni suo gesto c’era una giustificazione. Mi diceva: vienimi in bocca che mi fa bene allo stomaco. Io obbedivo, come in uno stato di trance».
«LA DOMENICA, A PRANZO»
I primi anni – ne durano quattro gli abusi e non è l’unico ragazzino a frequentare la casa del prete – Diego non si rende nemmeno conto di quello che succede, non pensa sia male, tanto che, di stare zitto, il prete glielo dovrà dire solo negli ultimi tempi: prima sapeva che non avrebbe mai parlato. «Intanto si era infilato anche nella mia famiglia: la domenica era a pranzo da noi, mia madre lo adorava. Tanto che è stato lui, anni dopo che le molestie erano cessate, a celebrare le mie nozze, a battezzare i miei tre figli. In famiglia nessuno ancora sapeva, sembrava una scelta ovvia che fosse il prete di casa a fare tutto».
«E POI GLI CHIESI: PERCHE’?»
Prima che ci arrivi la testa, è il corpo di Diego a dire che quel segreto non si può più tenere. Dopo anni di ansie e fobie (quella di avere l’Aids sopra tutte), quattro anni fa Diego comincia a svenire, spesso, senza motivo. «Ho avuto paura di morire, ho pensato: qual è il mio ultimo desiderio? Mi sono risposto che era dire la verità». Parla con sua moglie, con sua madre, i suoi fratelli. Tutti devono sapere. Anche la polizia, a cui fa denuncia, benché il reato sia ormai caduto in prescrizione e non si possa più fare nulla. Anche la Chiesa che continua a utilizzare il prete per l’insegnamento della religione nelle scuole. «Sono andato a parlare con Don Silverio. Gli ho detto che stavo male, gli ho chiesto: perché? È riuscito a farmi dire un’Avemaria. Quell’uomo, anche se ero adulto, aveva un potere infinito sul mio cervello».
ARMI E PSICOFARMACI
Diego fa la guardia giurata armata, se si sapesse che prende psicofarmaci non gli sarebbe rinnovato il porto d’armi e perderebbe il lavoro. «Avevo domandato aiuto alla Chiesa per questo. Ho scritto quello che mi è successo, ho chiesto un lavoro diverso: fatemi spazzare per terra, non mi importa, ma aiutatemi a trovare un lavoro ché questo non lo posso fare più, è pericoloso. In risposta mi hanno fatto avere 200 euro in una busta della Caritas. Non è vero che la Chiesa aiuta le vittime degli abusi». Da qualche anno Don Silverio Mura ha smesso di insegnare religione presso l’Ipsar Carmine Russo di Cicciano (Napoli) e di lui si sono perse le tracce.
http://www.vanityfair.it/news/italia/14/10/03/vittime-pedofilia-preti
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