di Alessandro Corroppoli
La presenza di un legale difensore della vittima nel processo canonico non è in realtà prevista dal protocollo, essendo l’organismo accusatore la stessa Chiesa. Ma per Cavaliere ci sarebbero stato troppe ambiguità e poca trasparenza: «Non ho mai preteso si partecipare al processo, anche perché non sono abilitato davanti alle magistrature ecclesiastiche, semplicemente mi sembra poco trasparente che alla vittima non sia stata data la possibilità di munirsi di un difensore nel processo canonico».L’avvocato non si dice soddisfatto e ritiene che la sentenza apra a dubbi e interrogativi. «Perché la sospensione è solo provvisoria e non definitiva se lui ha ‘confessato’ i fatti? – si chiede il legale – E perché non ci vengono consegnati gli atti processuali? Quali fatti ha confessato l’ex parroco? E infine, è stato chiuso in un monastero lontano dal Molise, luogo in cui non potrebbe teoricamente più tornare, ma allora perché abbiamo testimonianze che dicono di averlo incrociato proprio nelle vicinanze dei luoghi dove sono avvenuti i fatti?».Era stato lo stesso vescovo della diocesi Termoli – Larino, Gianfranco De Luca, a sospendere ‘ a divinis’ qualche mese dopo l’allontanamento del sacerdoteimpedendo a don Marino di esercitare il ministero pastorale.
Lo stesso era stato mandato lontano dal Molise, in una comunità alle porte di Roma, sulla scorta di una denuncia dell’aprile 2013. E non una denuncia trascurabile: l’accusa, come detto, è pedofilia, ed è l’accusa più terribile per chi indossa l’abito talare. Inoltre, se un sacerdote sospeso ‘a divinis’ infrange il provvedimento, arriva la scomunica.
«Come rappresentante della Chiesa – aveva dichiarato il vescovo De Luca a Primonumero.it – ho fatto tutto ciò che era in mio potere. Ho rispettato ed eseguito alla lettera ciò che prevede il documento normativo della Conferenza episcopale italiana, il Delicta Graviora, in caso di possibili abusi in materia sessuale nei confronti di minori».
L’attesa ora è tutta rivolta alla chiusura delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Larino,indagini che dovrebbero chiudersi entro l’anno, e l’inizio del processo con i primi rinvii a giudizio. Giada, non soddisfatta della sentenza canonica attende con fiducia l’iter giudiziario civile. « Mi aspettavo una cosa diversa dalla sospensione, ossia le dimissione dallo stato clericale. Ora spero che la giustizia civile faccia il suo percorso. Sono fiduciosa perché don Marino ha confessato di aver abusato di me».
(Pubblicato il 09/09/2014)
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