
Ora ci sorge spontanea una domanda: quello che ha affermato il Vescovo a proposito del procedimento canonico aperto nei confronti di Don Pinetto è una realtà oppure siamo sempre nel campo delle nebulose chimere di cui la Diocesi di Savona e Noli è esperta propagatrice ? Inoltre tenere in attività un Sacerdote, oggetto di possibili denunce varie, giudiziarie e morali per reati connessi a molestie, e quindi tenerlo a contatto con ragazzini, con tutti i rischi che conosciamo, non potrebbe essere un pericolo di elevata portata?
Visto che per la Giustizia Canonica i fatti che sono stati addebitati a Don Pinetto, non sono caduti in prescrizione, perché la Diocesi non provvedere a sospendere almeno dalla somministrazione dei Sacramenti questo soggetto. Notiamo una enorme difformità di atteggiamento della Diocesi che in un altra occasione, non esitò a sospendere con grande celerità Don Carlo Rebagliati, nonostante le accuse mosse a Don Carlo fossero molto meno gravi.
Al recente incontro pubblico avvenuto presso la Ubik il 20 marzo u.s. le vittime avevano chiesto seri provvedimenti per verificare, almeno in questa occasione, la buona volontà del Vescovo e prendere atto dei fatti della sincerità delle sue intenzioni, prima di perdonarlo.
Da questo comprendiamo che le scusa fatte alle vittime il 18 marzo al Santuario non erano rivolte a loro, ma al contrario erano solo ed unicamente un gesto ipocrita del tutto dovuto e solo di facciata.
Inoltre sappiamo che nei giorni scorsi il Vescovo ha incontrato una vittima, alla quale ha comunicato che era la prima vittima a segnalare le molestie del Sacerdote, mentre come si apprende dal video allegato, c’erano già state delle segnalazioni nel 2010, ben tre anni fa.
Francesco Zanardi
portavoce Rete L’ABUSO
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