Mea Maxima Culpa, la denuncia delle vittime.
«Ero solo un bambino». Una frase semplice, eppure in grado di raccontare in modo diretto e intenso un dolore che sembra non avere mai fine.
A pronunciare queste quattro parole nella lingua dei segni è, nel documentario diretto dal regista premio Oscar Alex Gibney Mea Maxima Culpa – Silenzio nella casa di Dio, una delle vittime degli abusi sessuali perpetrati per anni da Padre Lawrence Murphy ai bambini dell’istituto per sordi St. John’s School for the Deaf di St. Francis, a Milwaukee.
A pronunciare queste quattro parole nella lingua dei segni è, nel documentario diretto dal regista premio Oscar Alex Gibney Mea Maxima Culpa – Silenzio nella casa di Dio, una delle vittime degli abusi sessuali perpetrati per anni da Padre Lawrence Murphy ai bambini dell’istituto per sordi St. John’s School for the Deaf di St. Francis, a Milwaukee.
I VOLTI DI UN DRAMMA.
Pur potendo discutere eventuali errori commessi da Gibney nel ricostruire le azioni del Vaticano (accusato di aver coperto per anni gli abusi), il merito innegabile del film è quello di dare un volto al dramma della pedofilia allontanandosi da statistiche, documenti legali o dibatti di vaticanisti ed esperti, ma mostrando da vicino le ferite inguaribili inferte da chi avrebbe, al contrario, dovuto aiutare e proteggere i più deboli.
Fin da prima dell’inizio del conclave, lo scandalo degli abusi su minori da parte di religiosi è stato uno degli argomenti più trattati e rappresenta ora uno dei problemi che papa Francesco è chiamato ad affrontare con maggiore attenzione, tenendo conto che questa pagina drammatica della storia della Chiesa rischia di far perdere la fiducia nei confronti delle istituzioni ecclesiastiche.
Fin da prima dell’inizio del conclave, lo scandalo degli abusi su minori da parte di religiosi è stato uno degli argomenti più trattati e rappresenta ora uno dei problemi che papa Francesco è chiamato ad affrontare con maggiore attenzione, tenendo conto che questa pagina drammatica della storia della Chiesa rischia di far perdere la fiducia nei confronti delle istituzioni ecclesiastiche.
IL PARADISO TRADITO.
Arthur Budzinksi, Terry Kohut, Pat Kuehn e Gary Smith in Mea Maxima Culpa confessano alle telecamere di Alex Gibney i segreti custoditi per anni, ripercorrendo la loro storia da quando arrivarono per la prima volta a scuola.
Ai loro occhi innocenti l’istituto sembrava quasi il paradiso e si sentivano amati e protetti. La statua di Gesù raffigurato in mezzo ai più piccoli all’entrata della scuola ricordava loro ogni giorno che Dio li amava e per la prima volta non si sentivano diversi o incompresi a causa della loro sordità. La condizione che avrebbe dovuto renderli più bisognosi di cura e amore si è trasformata, invece, in una condanna.
Ai loro occhi innocenti l’istituto sembrava quasi il paradiso e si sentivano amati e protetti. La statua di Gesù raffigurato in mezzo ai più piccoli all’entrata della scuola ricordava loro ogni giorno che Dio li amava e per la prima volta non si sentivano diversi o incompresi a causa della loro sordità. La condizione che avrebbe dovuto renderli più bisognosi di cura e amore si è trasformata, invece, in una condanna.
Padre Lawrence Murphy, a capo della scuola dal 1950 al 1974, con ognuno dei quattro bambini è passato in breve tempo dalle domande intime poste in confessionale alla violenza sessuale.
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