Le vittime hanno rotto l’omertà dopo decenni. Il prete denunciato li avrebbe molestati a Bibigne, paese alle porte di Zara
di Andrea Marsanich
ZARA. Per anni avrebbe molestato un imprecisato numero di ragazzini che assistevano in chiesa all’ora di catechismo, coperto da un muro di omertà, rassegnazione e paura. Ma qualcuno ha deciso di parlare dopo decenni ed ora il presunto, clamoroso caso di pedofilia è in mano alla Procura statale croata e agli investigatori della Questura di Zara.
Le indagini sono state avviate nei confronti di don Nedjeljko Ivanov, 72 anni, sacerdote emerito e per lungo tempo parroco di Bibigne, piccola località costiera alle porte di Zara. Ivanov, sistemato nella Casa per sacerdoti emeriti dall’anno del suo pensionamento, nel 1996, è stato denunciato pubblicamente da tre uomini, definitisi pluriennali vittime del parroco e che vivono all’estero.
Sono il dottor Nenad Bugarija, residente negli Stati Uniti, Josip Lisica che vive in Svizzera e infine Mate Sindija, da anni in Australia, persone negli anta e che da adolescenti risiedevano in questo villaggio dalmata, sovente al centro di casi di cronaca nera, specie per episodi di violenza o per questioni legate alla droga. Della vicenda si è occupato anche il sindaco di Bibigne, Nino Simunic, che si è detto scioccato delle denunce. «Tutti sapevano e nessuno parlava? Ammetto di non aver udito mai una voce contro don Ivanov, che reputo fino a prova contraria un sacerdote e una persona esemplari.
Non per niente il Consiglio comunale di Bibigne ha deciso di assegnargli il premio municipale per l’opera omnia, avendo contribuito al restauro della vecchia chiesa e alla costruzione di una nuova nella nostra località». Il sindaco ha aggiunto che la decisione sull’eventuale ritiro del premio, dovessero le accuse rivelarsi vere, spetterà pure al parlamentino locale.
Non è rimasto insensibile nemmeno il ministro croato degli Interni, Ranko Ostojic, il quale ha confermato ai giornalisti che il caso del presunto prete pedofilo è quasi certamente caduto in prescrizione. «La Procura statale è al lavoro per capire cosa si possa ancora fare. Purtroppo all’epoca non c’è stata la collaborazione necessaria, né da parte delle vittime, né dei loro familiari o amici. So della proposta che si vorrebbero installare videocamere all’interno delle chiese, ma è una cosa senza senso perché vorrebbe dire generalizzare quanto avviene in questa importante istituzione. Piuttosto non si dovrebbe tacere su episodi del genere, denunciandoli invece apertamente».
19 marzo 2012
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/03/19/news/il-vecchio-parroco-accusato-di-pedofilia-1.3700096