Il titolare della diocesi risponde a lente locale.it rimanendo comunque abbottonato sulla vicenda: “Volendo può rientrare ma non so se sarà così, di più non posso dire…”. Sacerdote assegnato ad una parrocchia in Umbria?
LOCRI – La mattinata di oggi è stata di quelle roventi, ancora una volta, con temperature ai limiti del proibitivo ma Sua Eccellenza, il vescovo Francesco Oliva, rimane sempre in trincea a lavorare giorno dopo giorno per una diocesi come quella di Locri-Gerace, che è afflitta da numerosi problemi a cui altri se ne sono aggiunti nei giorni scorsi con sacerdoti malmenati; aggrediti e poi finiti in ospedale, accusati di avere usato “poca carità”, per così dire, nei confronti dei più bisognosi e via di questo passo; tra le vicende più scottanti che monsignor Oliva ha ereditato dai suoi predecessori, monsignor GianCarlo Maria Bregantini e monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, vi è senz’altro quella relativa a don Francesco Rutigliano, il prete giudicato dal tribunale apostolico di Città del Vaticano quale autore del “delitto di abuso di minore con l’aggravante dell’abuso di dignità o ufficio” nei confronti di un ragazzo minorenne all’epoca dei fatti che gli vennero contestati.
Lentelocale.it raggiunge telefonicamente monsignor Oliva il quale, pur essendo impegnato in un’importante riunione di lavoro, si appalesa molto disponibile ancorché molto abbottonato sulla soprarichiamata vicenda: “Lei mi chiede di don Rutigliano? Sì, conosco la situazione e posso dirLe che è stato riammesso nell’esercizio del ministero pubblico (da cui venne sospeso per quattro anni, ndr) e volendo potrebbe rientrare in diocesi ma non è detto che sia così, di più non posso dire” – conclude il presule, che dunque dice chiaramente della conclusione dell’adeguato percorso psicologico a cui don Rutigliano è stato sottoposto, a seguito del quale lo stesso è stato giudicato idoneo alla ripresa delle sue funzioni pastorali e religiose di competenza di un sacerdote, al contempo è però sibillino su un suo, eventuale, ritorno nella diocesi di Locri-Gerace, dice di non sapere ancorché voci di corridoio dicano di una sua assegnazione ad una parrocchia in Umbria; voci di amici che il giovane prete continua ad avere nella vallata dello Stilaro, Bivongi in primis, che ha già scatenato il vivace dibattito sul fatto se sia stato giusto o meno riammettere don Rutigliano al servizio pubblico dopo i gravi fatti commessi.
Antonio Baldari
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