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Ma dal passato emergono ombre inquietanti. Nel ’90 un altro ragazzino accusò don Rolle

Redazione Web by Redazione Web
4 Dicembre 2009
in Piemonte
Reading Time: 4 mins read
Home Piemonte

Ma dal passato emergono ombre inquietanti. Nel ’90 un altro ragazzino accusò don Rolle
Pedofilia: parla il prete condannato: “Non ho baciato quel bambino”. Ma intanto si autosospende

TORINO 04/12/2009 – Stupore e incredulità, sorpresa e amarezza. I fedeli della Parrocchia Santa Gianna Beretta Molla di Venaria Reale non nascondono lo shock per la condanna di don Ilario Rolle a 3 anni e otto mesi di reclusione con l’accusa di pedofilia. Il loro parroco è un pedofilo? Il paladino della battaglia contro la pedopornografia insidia i minori? No, non è possibile. Non è questa la verità. La città di Venaria e gli abituali frequentatori della parrocchia difendono don Ilario, e anche la Curia si stringe attorno al parroco condannato (che nel frattempo si è pure autosospeso). Ma dal passato emergono ombre inquietanti, come quel processo al quale don Rolle venne sottoposto negli anni ’90 per presunti atti di libidine compiuti nei confronti di un ragazzino. Fu prosciolto, ma i dubbi rimasero.

Era il 1990, don Ilario aveva 39 anni ed era il parroco di Vallongo, una frazione di Carmagnola. Venne rinviato a giudizio per fatti che sarebbero avvenuti tra il 1988 e il 1989, con lui finì nei guai anche un noto avvocato, Giancarlo Rossi Carpino. Ad accusare entrambi fu un ragazzino che nell’88 aveva 12 anni. Don Rolle si difese affermando che il ragazzino che lo accusava era uno sbandato, una testa calda che aveva voluto vendicarsi perché non era stato accolto in comunità ma costretto a tornare a vivere con il padre. Il ragazzino faceva parte del mondo della baby prostituzione maschile della stazione di Porta Nuova, a presentarlo a don Rolle era stato Giancarlo Rossi Carpino. « Ma l’avvocato – spiegò don Ilario non mi disse che aveva conosciuto il ragazzino in quegli ambienti ».

Il ragazzino era un tipo difficile, «una volta – raccontò ancora don Rolle – fu addirittura fermato dalla polizia e sorpreso con una pistola addosso. Dopo quell’epi – sodio non gli permisi più di tornare da me, gli dissi di andare a vivere con suo padre». Il ragazzino rispose “te la farò pagare”. E pochi mesi dopo raccontò a un assistente sociale di essere stato oggetto di attenzioni sessuali da parte di don Ilario. «È un’accusa senza senso – fu la secca replica del parroco -, tutti hanno sempre potuto vedere, e alla luce del sole, il mio comportamento tenuto con i giovani». Una difesa che risultò vincente: don Rolle venne infatti prosciolto. Fu invece condannato l’alt ro imputato del processo, l’a v v oc a t o Rossi Carpino.
A quasi vent’anni di distanza da quel processo, il prete anti-pedofilia è finito di nuovo nei guai. Ma questa volta il processo si è concluso in maniera diversa, con una severa condanna per violenza sessuale nei confronti di un minorenne.

Ma la Curia difende il parroco, attraverso un comunicato reso noto ieri pomeriggio: «Affermiamo il nostro rispetto per il lavoro della magistratura e nello stesso tempo abbiamo motivo per confermare la stima e fiducia nei confronti del sacerdote – si legge -. Riconosciamo infatti il valore positivo del serio lavoro educativo svolto da anni da don Ilario a tutela dei minori e il suo impegno nel ministero pastorale. Nello stesso tempo – prosegue la nota – apprezziamo il gesto di grande sensibilità pastorale di don Ilario che, vista la sentenza, ha chiesto comunque al l’Arcivescovo di essere esonerato dal servizio parrocchiale nella fiducia e nell’attesa che si faccia verità nei successivi gradi di giudizio e sia riconosciuta la sua innocenza».

Giovanni Falconieri

http://www.cronacaqui.it/news-pedofilia-parla-il-prete-condannato-non-ho-baciato-quel-bambino-ma-intanto-si-autosospende_29534.html

Un vecchio articolo di Repubblica su don Rolle

‘QUEL SACERDOTE MI INSIDIAVA’

Ti sei mai chiesto che significa leggere un giornale che non dipende da alcun partito o gruppo industriale? Che non deve cambiare una copertina o un titolo perché sgraditi all’editore o alla forza politica di riferimento? Che ha come unico padrone i propri lettori, ossia chi ogni settimana ci rinnova la fiducia in edicola oppure decidendo di abbonarsi? Significa poter conoscere e approfondire i fatti, senza aspetti tenuti all’oscuro oppure forzature. Significa discutere i grandi temi della sinistra dei nostri tempi, non quelli che interessano ad aziende e gruppi di potere. Significa avere la possibilità di sfogliare una rivista indipendente, prodotta da un editore puro, e non da asset finanziari con interessi prevalenti in altri settori rispetto a quello dell’informazione.  Per noi poter lavorare con le mani libere e la schiena dritta vuol dire molto. Left non riceve neppure finanziamenti pubblici: sei tu a decidere se la nostra esperienza deve proseguire, oppure no. Ma prima mettici alla prova. Sperimenta qual è la sensazione di leggere un giornale libero. Ti sei mai chiesto che significa leggere un giornale che non dipende da alcun partito o gruppo industriale? Che non deve cambiare una copertina o un titolo perché sgraditi all’editore o alla forza politica di riferimento? Che ha come unico padrone i propri lettori, ossia chi ogni settimana ci rinnova la fiducia in edicola oppure decidendo di abbonarsi? Significa poter conoscere e approfondire i fatti, senza aspetti tenuti all’oscuro oppure forzature. Significa discutere i grandi temi della sinistra dei nostri tempi, non quelli che interessano ad aziende e gruppi di potere. Significa avere la possibilità di sfogliare una rivista indipendente, prodotta da un editore puro, e non da asset finanziari con interessi prevalenti in altri settori rispetto a quello dell’informazione.  Per noi poter lavorare con le mani libere e la schiena dritta vuol dire molto. Left non riceve neppure finanziamenti pubblici: sei tu a decidere se la nostra esperienza deve proseguire, oppure no. Ma prima mettici alla prova. Sperimenta qual è la sensazione di leggere un giornale libero. Ti sei mai chiesto che significa leggere un giornale che non dipende da alcun partito o gruppo industriale? Che non deve cambiare una copertina o un titolo perché sgraditi all’editore o alla forza politica di riferimento? Che ha come unico padrone i propri lettori, ossia chi ogni settimana ci rinnova la fiducia in edicola oppure decidendo di abbonarsi? Significa poter conoscere e approfondire i fatti, senza aspetti tenuti all’oscuro oppure forzature. Significa discutere i grandi temi della sinistra dei nostri tempi, non quelli che interessano ad aziende e gruppi di potere. Significa avere la possibilità di sfogliare una rivista indipendente, prodotta da un editore puro, e non da asset finanziari con interessi prevalenti in altri settori rispetto a quello dell’informazione.  Per noi poter lavorare con le mani libere e la schiena dritta vuol dire molto. Left non riceve neppure finanziamenti pubblici: sei tu a decidere se la nostra esperienza deve proseguire, oppure no. Ma prima mettici alla prova. Sperimenta qual è la sensazione di leggere un giornale libero.
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Repubblica — 06 settembre 1990 pagina 22 sezione: CRONACA
TORINO Don Ilario Rolle, 39 anni, parroco di una frazione di Carmagnola, una cittadina in provincia di Torino, è stato rinviato a giudizio dal tribunale per presunti atti di libidine compiuti nei confronti di un ragazzo, Giovanni, ora quattordicenne. I fatti risalgono a un periodo compreso tra l’ 88 e l’ 89. Insieme al sacerdote, finirà sotto processo anche l’ avvocato Giancarlo Rossi Carpino, 35 anni, uno dei principali imputati del processo ai pedofili torinesi che inizierà nello stesso giorno, l’ 8 ottobre. Su questo nuovo caso di presunta pedofilia, che questa volta coinvolge un prete, le autorità ecclesiastiche non hanno, per ora, preso alcun provvedimento. Non ci è giunta alcuna comunicazione da parte dell’ autorità giudiziaria, come convenuto dal nuovo Concordato, si è limitato a dire don Franco Peradotto, vicario generale. Il parroco di Vallongo continua quindi a svolgere la sua attività pastorale, tanto che in questi giorni si trova ad Ala di Stura, nelle valli di Lanzo, insieme a un gruppo di giovani. Alle accuse lanciate dal ragazzo, sia Rossi Carpino, attualmente agli arresti domiciliari proprio ad Ala di Stura, che don Rolle, replicano senza scomporsi, almeno in apparenza. Certo, non fa piacere essere accostati a una vicenda come quella dei pedofili dice adesso don Ilario ma una spiegazione alle accuse di Giovanni ce l’ ho. Si tratta di un ragazzo difficile, sbandato, che ha voluto vendicarsi di me, e di altra gente, perché si sentiva respinto, non accettato. Avrebbe voluto tornare nella piccola comunità della mia parocchia, dove l’ avevo accolto. Io, però, volevo che andasse a vivere con il padre, a Salerno. Giovanni, una famiglia sfasciata, uno dei tanti ragazzini che ruotano nel mondo della baby-prostituzione maschile della stazione di Porta Nuova, era stato presentato, un paio d’ anni fa, a don Rolle da Rossi Carpino. L’ avvocato, tuttavia sostiene il sacerdote non mi aveva detto che lo aveva incontrato negli ambienti della prostituzione. L’ ho scoperto in seguito. Tra una fuga e l’ altra, un soggiorno dal padre e un ritorno nei vecchi posti, Giovanni, ricorda don Rolle, era persino stato fermato con una pistola dalla polizia di Napoli. Dopo quell’ episodio, mi ha telefonato varie volte, chiedendo di ritornare da me. Ma io sono stato duro, gli ho detto di andare da suo padre, che era giusto così. Lui l’ ha presa male e mi ha gridato: Te la farò pagare’ . Pochi mesi dopo, nella primavera dell’ anno scorso, Giovanni è stato di parola. A un’ assistente sociale ha raccontato di essere stato oggetto di attenzioni sessuali da parte di don Ilario. Ma è un’ accusa senza senso, tutti hanno sempre potuto vedere, e alla luce del sole, il mio comportamento tenuto con i giovani, si difende il parroco di Vallongo. Su don Rolle anche l’ avvocato Rossi Carpino si sbilancia in positivo: E’ una bravissima persona, dice. Sarà il processo a chiarire se le accuse di Giovanni sono soltanto la pesante ripicca di un ragazzo di vita che si è sentito tradito.

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/09/06/quel-sacerdote-mi-insidiava.html

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