Venerdì 20-02-2009
Il sacerdote ha denunciato oltre trenta persone
Tutti denunciati. Oltre una trentina di testimoni dell’accusa che, nei mesi scorsi, sono sfilati in Tribunale a Como nel processo a carico di don Mauro Stefanoni, l’ex parroco di Laglio accusato e poi condannato in primo grado a 8 anni di reclusione per violenza sessuale su un ragazzo del paese, minorenne all’epoca dei fatti.
Lo si apprende al Tribunale di Como dove, nelle ultime settimane, i fascicoli relativi a questi procedimenti sono sfilati sul tavolo della Procura. Sono stati denunciati tutti coloro che sono stati chiamati dal pm Maria Vittoria Isella a spiegare fatti e circostanze relativi al procedimento a carico del religioso. Da chi ha svolto le indagini su disposizione della Procura, come gli agenti della squadra mobile della Questura, ai genitori e agli amici più stretti della vittima.
Don Mauro, assistito dai suoi avvocati Guido Bomparola e Massimo Martinelli, avrebbe ravvisato nel loro comportamento qualcosa di irregolare, di non veritiero. Tanto che sono partite, quasi contestualmente alle varie udienze al Tribunale, le denunce. Oltre trenta, in tutto, come detto, di cui parte già in fase di archiviazione visto che il magistrato che si è occupato della vicenda – differente dal pm di udienza – non avrebbe ravvisato alcunché di irregolare né tantomeno con rilievi di natura penale.
L’inchiesta su don Mauro e i suoi presunti abusi di natura sessuale è partita nel 2005. Quando la vicenda era emersa aveva suscitato molto scalpore a Laglio. Il parroco ha sempre rigettato con decisione ogni accusa. Lo ha fatto davanti agli inquirenti, lo ha ribadito durante il processo che si è svolto tra il 2007 e il 2008 al Tribunale cittadino. Ma al termine di tante e combattute udienze il sacerdote è stato ritenuto colpevole e condannato: 8 anni di reclusione, in primo grado, stessa pena che il pm Isella aveva sollecitato per il religioso.
«Una congiura contro di lui», hanno sempre tuonato i suoi due legali che hanno già depositato alla Corte di appello di Milano un voluminoso ricorso (oltre 300 pagine) per chiedere un processo bis a don Mauro. Nel frattempo, il prete è stato sospeso dalla Curia di Como da ogni incarico. Da Laglio, infatti, era finito agli arresti domiciliari nella casa dei genitori a Cantù.
E da qui era stato trasferito dalla Diocesi a Colico, in Altolago. Ma è stato proprio il vescovo Diego Coletti, qualche settimana dopo la sentenza di primo grado, a decidere di intervenire e a mettere l’ormai 30enne religioso in una situazione di aspettativa. Fuori dalla Curia, lontano da impegni o incontri con parrocchiani, in attesa di chiarire il contenuto delle accuse mosse dal ragazzino, minorenne quando sarebbero avvenuti i fatti. A carico di don Mauro è stato avviato anche il processo canonico che ha tempi e modalità decisamente differenti rispetto a quelli della giustizia ordinaria.
Marco Romualdi
http://www.corrieredicomo.it/frm_articoli.cfm?ID=93014
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