CITTA’ DEL VATICANO – Paga la linea durissima voluta da Joseph Ratzinger (prima da prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede e poi da Papa) per sconfiggere il triste fenomeno dei preti pedofili. Dalla pubblicazione delle nuove norme (2001), nel mondo i nuovi delitti sono stati di molto inferiori rispetto agli anni precedenti, come dimostra uno studio del ”John Jay College” che rileva il ”declino notevolissimo” dei casi denunciati a partire dai primi anni 2000. L’opinione pubblica non se ne e’ accorta perche’ continuano a far notizia i processi in corso. Ad esempio, gli indennizzi milionari decisi due mesi fa dall’Arcidiocesi di Los Angeles riguardano episodi avvenuti diversi anni prima, talvolta decenni. E anche in Italia le nuove inchieste a Torino e Terni partono da denunce di adulti che si dicono abusati in passato. Per Benedetto XVI, come ha detto ai vescovi dell’Irlanda lo scorso 28 ottobre, questo e’ un ”tempo di purificazione” da quella ”sporcizia” da lui denunciata nella drammatica ”Via Crucis” del venerdi’ santo 2005, e che e’ fatta dai ”molti casi, che feriscono il cuore, di abusi sessuali sui minori, particolarmente tragici quando colui che abusa e’ un prete”. Su questo terreno il nuovo Papa e’ molto severo ed esigente, piu’ del suo predecessore Giovanni Paolo II, tanto che non ha esitato a calare la scure anche su potenti uomini di Chiesa fin qui ritenuti intoccabili. Ed e’ stato proprio Joseph Ratzinger, da prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, a codificare la linea della ”tolleranza zero” in pieno accordo con il vertice dei vescovi americani riunito a Roma da Giovanni Paolo II. Ai vescovi il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede ”De Delictis Gravioribus”, che definiva le linee guida del motu proprio con cui Papa Wojtyla rafforzo’ l’ex Sant’Uffizio nel giudicare i casi di violenze e molestie, chiese infatti ”non solo di contribuire a evitare un crimine cosi’ grave, ma anche di proteggere con le necessarie sanzioni la santita’ del sacerdozio e la cura pastorale offerta dai vescovi e dagli altri responsabili ecclesiastici”. Da sei anni, dunque, al primo sospetto oggettivo il vescovo e’ tenuto a informare la Congregazione per la Dottrina della fede, che decidera’ se far giudicare la questione a livello locale o avocare il procedimento in Vaticano. Lo stesso documento condanna ogni abuso della confessione per ottenere favori sessuali. E ancora: per scongiurare frettolose archiviazioni, l’allora Cardinale Ratzinger, d’intesa con Wojtyla, prese anche la decisione di modificare i termini di prescrizione dei processi ecclesiastici. I dieci anni necessari per far decadere i procedimenti scattano (dopo la riforma del 2001) soltanto a partire dalla maggiore eta’ della vittima, in modo da garantire a chi e’ stato abusato nel corso dell’adolescenza la piena facolta’ di intervento in giudizio. L’anno successivo il Cardinale Ratzinger partecipo’ al vertice straordinario dell’episcopato americano, convocato a Roma, quando si stabili’ ”tolleranza zero” per i preti pedofili e l’immediato allontanamento di chiunque fosse coinvolto in indagini da incarichi ecclesiali a contatto con minori. I dati del ”John Jay College” sono stati analizzati dal Centro Studi Nuove Religioni (diretto da Massimo Introvigne): nell’ultimo mezzo secolo, i sacerdoti accusati di abusi sessuali negli Stati Uniti sono stati 4.392 su un totale di 110 mila preti diocesani e religiosi, ma solo il 22% delle accuse si riferisce a casi di pedofilia (cioe’ ad abusi su bambini). Da parte sua il Cesnur ha cercato di verificare se la Chiesa Cattolica sia un ambiente particolarmente favorevole alla pedofilia, e il sacerdozio sia dunque uno stato di vita a rischio, confrontando le statistiche sui sacerdoti cattolici a quelle sui pastori protestanti, i rabbini, gli imam e i maestri delle scuole e degli asili statali: ”I dati sulle condanne mostrano che la percentuale e’ simile, e in alcuni casi piu’ alta, rispetto ai preti della Chiesa Cattolica. Tra l’altro, tra le persone sposate c’e’ una percentuale di pedofili condannati analoga o piu’ alta rispetto ai sacerdoti cattolici. I dati confermano anche che il rischio pedofilia e’ maggiore tra gli omosessuali. Nel nostro Paese in totale sono state emesse fino ad oggi tredici condanne a carico di sacerdoti, mentre i due casi piu’ eclatanti non sono arrivati in Aula: quello di don Marco Agostini di Pomezia si e’ infatti concluso con il suicidio del sacerdote, e quello di don Lelio Cantini ha avuto solo conseguenze canoniche in quanto le denunce si riferivano a fatti molto antichi e dunque gia’ prescritti per la legge italiana. La diocesi di Firenze, sentita la Congregazione della Fede, ha deciso, tra l’altro, che il sacerdote fosse allontanato dal suo ambiente, non confessasse, non celebrasse la messa in pubblico e non assumesse incarichi ecclesiali.