Certo molto positivo – quantomeno per l’obbiettività – il responso della Commissione Pontificia per la tutela dei minori, ma arriva quindici anni dopo le continue lamentele delle vittime.
Altri quindici anni di inefficienza che hanno prodotto nel frattempo nuove vittime.
Forse c’è poco da festeggiare in Italia, ammettere che Conferenza Episcopale Italiana ha fallito non è un successo, ma cerchiamo almeno adesso di coglierne nell’ulteriore danno gli errori, cosa è mancato e cosa ancora manca oggi, ad esempio dentro questa stessa notizia.
Manca puntuale in Italia il contraddittorio dei sopravvissuti, ancora una volta protagonisti mediatici di una notizia che li riguarda e li esclude al tempo stesso, perché non è loro, se pur per una volta la condividano.
Questo fa temere, come temevamo già quindici anni fa, che tra altri quindici anni ci saranno come oggi altre vittime inascoltate e qualche commissione, anche lì, scoprirà come oggi qualcosa di tanto ovvio che se invece avesse coinvolto da subito i sopravvissuti, avrebbe capito ed afgfrontato con largo anticipo.
Invece venticinque anni dopo la consapevolezza pubblica del problema, ci ritroviamo ancora qui a dire che “forse qualcosa è andato storto”, lasciando di fatto tutto come è, sia sul versante prevenzione che su quello del supporto a chi rimasto ormai vittima.
Questo è quello che interessa a noi sopravvissuti, quello che la Chiesa deve dare a tutti dopo venticinque anni, risposte concrete e non la conferma che ciò che noi stessi lamentavamo inascoltati da anni è vero!
E adesso chi se ne assume la responsabilità? La Chiesa, lo Stato o tutti e due?
Siccome a parlare qui è solo la Chiesa, la domanda nel concreto, appurati i fatti, come interverrà nell’immediato?
La stessa Commissione dichiara che sulle 226 diocesi italiane solo 81 hanno risposto. Un bel problema che ne solleva un secondo, il limite di azione dello stesso organo Pontificio, visibilmente impossibilitato ad acquisire dati in modo autonomo.
Problema già visto nel 2022 con i 613 casi in mano al Dicastero per la Dottrina della Fede, che la commissione CEI (Mai realizzata) avrebbe dovuto esaminare. Risultarono inaccessibili, in più svanirono nel nulla.
Il 2° Report dei sopravvissuti che la Rete L’ABUSO presenterà venerdi 24 e che sarebbe bene la Pontificia Commissione volesse discutere con i sopravvissuti, ricostruisce chiaramente la situazione italiana dal 2000 a oggi permettendo già degli interventi concreti.
Serve solo la volontà di iniziare ad attuarli.













