ROMA-ADISTA. Ha sempre messo l’accento sulla dimensione sistemica degli abusi nella Chiesa p. Hans Zollner, gesuita, preside dell’Istituto di Antropologia e Studi interdisciplinari sulla dignità umana e sulla cura delle persone vulnerabili della Pontificia Università Gregoriana, già membro della prima ora della Commissione vaticana Tutela Minorum, dalla quale ha dato le dimissioni nel marzo 2023 criticandone la mancanza di trasparenza (v. Adista Notizie nn.).
E lo scorso giugno, per la prima volta, ha stretto un’alleanza con la rete globale di sopravvissuti ad abusi del clero ECA (Ending Clergy Abuse), finalizzata alla creazione di una proposta di radicali cambiamenti per nuove politiche e leggi, compresa la rimozione permanente dal ministero dei chierici abusatori e la creazione di un’agenzia indipendente con l’autorità di condurre indagini ed emettere raccomandazioni e rapporti pubblici, in un contesto di trasparenza obbligatoria durante tutto il processo; e severe sanzioni per qualsiasi vescovo o funzionario della Chiesa cattolica che non si attenga a questa politica. Tutto questo, in linea con le principali raccomandazioni rivolte alla Santa Sede dal Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia (CRC) del 2014, con indagini promosse dagli Stati sugli abusi sessuali del clero e da organizzazioni internazionali per i diritti umani.
Ma p. Zollner insiste spesso sul fatto che «non è che non esistano norme o leggi adeguate. Il nostro problema è che il management non è disposto o non è in grado di implementare i propri standard e garantirne la sostenibilità» (intervista a Feinschwarz.com, 16/5/24). È sempre molto realista: «si stanno ancora affrontando casi singoli e non si traggono conseguenze sistemiche», sottolineava nella stessa intervista. Insomma, «non è ancora chiaro a molti nella Chiesa – non solo ai ministri – che alcune correzioni marginali non sono sufficienti. Credo che l’aspettativa di molti all’interno e all’esterno della Chiesa che le radici degli abusi e degli insabbiamenti vengano analizzate, discusse e cambiate non sia stata soddisfatta. La mentalità, gli atteggiamenti e le strutture che promuovono o cementano il desiderio di prestigio, un’eccessiva identificazione con l’istituzione, un rapporto acritico con l’autorità e il potere e una sessualità immatura sono ancora individuabili ovunque». E dirimente poi, nell’affrontare gli abusi, è l’incontro concreto con le vittime di abusi, ancora vissuto nella Chiesa a diversi livelli come inquietante, spiazzante, e dunque spesso evitato.
Di seguito pubblichiamo una intervista che p. Zollner ha rilasciato per Adista a Monique Van Heynsbergen e Cecilia Sgaravatto di Oref (Organizzazione ex Focolari), in cui torna a sottolineare l’importanza di questi temi.
https://www.adista.it/articolo/72743
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