Fratel Francisco:
Vi scrivo costernato e indignato per gli eventi che sono stati recentemente rivelati nel nostro Stato Plurinazionale della Bolivia, dall’inchiesta del giornale spagnolo El Pais intitolata “Diario di un prete pedofilo”, a fine aprile dell’attuale gestione; in cui si rivela che un sacerdote della Chiesa Cattolica dedicato alla scuola didattica di bambini e adolescenti, ha abusato sessualmente molti di loro mentre era insegnante nelle scuole dell’America Latina, dentro il mio paese, delitti deplorevoli e aberranti che con assoluta impunità sono stati nascosti durante gli anni. Tempo trascorso nell’apparente normalità a causa del silenzio complice della struttura ecclesiale locale, che ha coperto con un’inaccettabile indifferenza e indolenza. Con il correre del tempo, durante questo mese di maggio, sono molti casi di crimini sessuali contro i bambini, bambini e adolescenti commessi dai sacerdoti cattolici in Bolivia, tra cui quelli commessi nelle comunità indigene.
Come comprenderà fratel Francesco, questa situazione ha provocato nella popolazione boliviana un profondo dolore, ripudio e frustrazione; sentimenti ai quali aderisco, come primo Presidente del mio paese.
Diverse vittime hanno rotto il silenzio e hanno intrapreso un’azione legale chiedendo giustizia. Al momento della stesura di questa nota, ci sono già indagini giudiziarie in corso per crimini sessuali contro i nostri bambini e adolescenti da parte di questi sacerdoti cattolici, alcuni già deceduti e altri che devono rispondere alla giustizia boliviana: così come anche coloro che hanno coperto questi gravi crimini contro coloro che hanno bisogno del nostro amore, attenzione e cura; le bambine e i bambini.
Respingiamo categoricamente ciò che è accaduto, come il popolo boliviano lo respinge indignato, aspettando più dei comunicati delle autorità religiose locali. Non si tratta di errori o deviazioni di condotta, ma di crimini che resteranno per tutta la vita in quelle bambine e bambini, per dono della chiesa, e per questa stessa ragione dobbiamo passare dalle dichiarazioni ad azioni concrete, affinché ci sia giustizia e che questi gravi crimini non si ripetano, usando la fede e la Chiesa nella ricerca dell’impunità. L’abuso sessuale di bambine, bambini e adolescenti, come lei ha detto, rappresenta la “cancellazione dell’infanzia” “è una piaga” per la società e la Chiesa, attaccano l’integrità, la dignità, i diritti e la vita degli esseri che dobbiamo proteggere. Si tratta di reati gravi che non possono rimanere impuniti.
La Procura Generale dello Stato e la Polizia Boliviana Indagano su casi noti.
In questo senso, come governo dello Stato plurinazionale della Bolivia, stiamo adottando le misure necessarie per evitare l’impunità dei responsabili, per rendere giustizia alle vittime e prevenire futuri atti simili compiuti sotto la protezione di alcuni poteri senza coscienza religiosa o umana.
In questa linea d’azione, abbiamo inviato dal ramo esecutivo all’Assemblea legislativa plurinazionale un progetto di legge contro l’impunità per i crimini sessuali contro infanti, bambine, bambini e adolescenti che stabilisce l’imprescrittibilità di questi crimini, aumenta la pena per coloro che li coprono, determina anche che il diritto alla verità è imprescrittibile e inalienabile, e crea una Commissione della Verità per il chiarimento di questi crimini.
Consapevoli che la chiesa Cattolica sotto la sua guida ha realizzato le indagini sugli abusi sessuale delle bambine, Bambini e adolescenti in diverse latitudini del mondo, identificando i casi e presunti responsabili; vi chiedo che il sistema giudiziario boliviano sia in grado di accedere a tutti i file e le informazioni riguardanti queste accuse e atti di abuso sessuale commessi da sacerdoti e religiosi cattolici nel territorio boliviano. Questi atti di impunità non possono essere prolungati all’infinito senza che la giustizia stabilisca le responsabilità e chiuda un capitolo atroce in cui l’unica consolazione che avranno il diritto alla verità, alla giustizia e al non insabbiamento degli eventi accaduti.
Per diversi decenni, lo Stato boliviano ha concesso ai membri stranieri della Chesa Cattolica agevolazioni di ingresso al nostro paese per la permanenza e l’acquisizione della nazionalità boliviana, in modo che potessero adempiere a una missione religiosa ed educativa, ma oggi purtroppo avvertiamo che questa agevolazione, in questo caso, è stata male utilizzata da diversi sacerdoti che sono entrati in Bolivia e hanno commesso questi gravi crimini, alcuni di loro con una storia di abusi sessuali in un altro paese.
Vengo da Lei, fratello Francesco, per chiedere la revisione congiunta con il nostro Governo Nazionale, del background dei sacerdoti cattolici stranieri che si trovano attualmente nello Stato Plurinazionale della Bolivia, come sacerdote con una storia di abusi sessuali su bambini e adolescenti, che deve essere escluso come educatore o guida spirituale nel nostro paese.
Allo stesso modo, vi informo che, dal governo dello Stato Plurinazionale della Bolivia, stiamo lavorando su meccanismi per la contrattazione e la revisione dei registri personali per l’ingresso nel territorio boliviano di nuovi sacerdoti e religiosi cattolici stranieri; questo è un modo per evitare il ripetersi di questi deplorevoli crimini contro bambine, bambini e adolescenti per tanti anni. Lo Stato boliviano si riserva il diritto di ammettere l’ingresso nel territorio nazionale nuovi sacerdoti e religiosi stranieri che hanno una storia di abusi sessuali contro minori, nel frattempo procede alla revisione degli accordi e delle convenzioni in vigore, e conclude la negoziazione dell'”Accordo tra lo Stato Plurinazionale della Bolivia e la Santa Sede”, che dovrebbe includere anche disposizioni perche i fatti che motivano questa nota non si ripetono.
Credo, fratello Francesco, che dobbiamo unire gli sforzi in tutti gli ambiti per proteggere i nostri figli da tutte le istanze chiamate dalla legge a livello governativo, ma anche dalle istituzioni religiose, anche quando ci sono molti boliviani che professano la fede CattoIica, e che quindi confidano l’educazione delle loro figlie e figli ai membri della Chiesa, a sacerdoti coinvolti in crimini sessuali donandosi a quella missione.
Siamo uno Stato laico che rispetta le libertà religiose, che riconosce il lavoro, così come il lavoro umanitario e formativo che contribuisce al benessere integrale delle persone. Molti sacerdoti della Chiesa cattolica hanno adempiuto e adempiono compiti importanti insieme al popolo per la società della giustizia, insieme ai più poveri insieme alla grande maggioranza del mio paese, che lavorano per il bene di tutti ma respingiamo categoricamente qualsiasi atto che costituisca già un crimine e una violazione dei diritti umani in generale, e in particolare di quelli dei nostri bambini.
Nell’anno 2021 ha pronunciato queste parole per gli stessi casi accaduti in Francia: “La mia vergogna, la nostra vergogna, è per l’incapacità della Chiesa di mettere il centro della sua preoccupazioni.” Possano le vittime di questi crimini trovare pace nella giustizia, che possiamo scrivere insieme, con una voce ferma e determinata, che non accetteremo per nessun motivo i fatti deplorevoli che distruggono l’innocenza delle bambine e dei bambini.
Come leader della Chiesa cattolica e uomo di fede, so che condivide la mia indignazione e il mio dolore per tutto ciò che è noto, anche la preoccupazione per questi crimini che vengono commessi contro i bambino e l’adolescenza; per questo siamo sicuri che il suo incrollabile impegno per la giustizia farà prevalere l’annuncio di verità.
Con il rispetto e l’affetto di sempre,
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