I vescovi italiani, a loro volta, decideranno di avviare un’importante indagine sulla criminalità minorile negli ambienti ecclesiali della penisola?
La questione si ripropone con nuovo vigore quando i vescovi de La Botte si incontrano nella periferia di Roma per una settimana di plenaria, da lunedì 23 maggio a venerdì 27 maggio. Con l’avvicinarsi dell’incontro, le vittime ei loro sostenitori vogliono aumentare la pressione sui membri della conferenza episcopale italiana
Questa azione inizia con una lettera aperta di Italy Church Too (anche Chiesa italiana), un coordinamento di associazioni nato a febbraio per dare peso a queste richieste. “Chiediamo la piena collaborazione della Chiesa italiana a un’indagine indipendente, svolta da professionisti credibili e obiettivi, che faccia luce sugli abusi commessi dal clero in Italia”, si legge nella missiva. “Chiediamo l’apertura e la messa a disposizione degli archivi (…), nonché l’istituzione di efficaci canali di collaborazione con le istituzioni dello Stato italiano. »
Un libro dagli archivi
Per i firmatari, la messa in luce del passato deve essere accompagnata da un impegno di riparazione. “Chiediamo che le vittime e le loro famiglie siano ascoltate, accolte e risarcite”, chiedono, così come “l’eliminazione della prescrizione per gli abusi sessuali” o che i requisiti relativi ai volontari impegnati con i minori “si estendano al clero e ai laici attivo nella Chiesa”.
Forse ancor più di questa lettera aperta, si tratta di un libro in uscita giovedì 26 maggio che dovrebbe rafforzare la pressione sui vescovi: intitolato Agnus Dei, Gli abusi sessuali del clero in Italia (“Agnus Dei, Gli abusi sessuali del clero in Italia”), il lavoro è stato sviluppato dagli archivi di Rete L’abuso, una piccola associazione che elenca i vari dati sui casi di pedocriminalità commessi da sacerdoti e sulla gestione da parte dei vescovi. “Emerge un quadro molto inquietante, di fronte al quale la Chiesa sembra non muoversi”, promette la quarta di copertina.
Oltre ai dati utilizzati, la forza del libro deriva dalla personalità dei suoi autori. In prima fila Lucetta Scaraffia, nota per aver fondato e diretto fino alla fine del 2021 Donne Chiesa Mondo, il supplemento femminile dell’Osservatore Romano, il quotidiano ufficiale vaticano. È stato in particolare sotto la sua guida che il supplemento aveva pubblicato nel gennaio 2020 un articolo straordinario sugli abusi commessi contro le suore.
La possibilità di un’indagine non indipendente
Un’altra autrice del libro: Franca Giansoldati. Questo vaticanista italiano lavora per Il Messaggero, il principale quotidiano della città di Roma. Papa Francesco ama ripetere di leggere questo quotidiano, suscitando così indirettamente un particolare interesse per gli scritti del giornalista. Il trio di autori è completato da Anna Foa, docente presso la prestigiosa Università La Sapienza.
«Non è un libro scandaloso, non è un libro contro la Chiesa», insiste Franca Giansoldati a La Croix. Al contrario, deve servire alla Chiesa per dare uno slancio affinché questi fatti non si ripetano. Chiedendo uno studio indipendente che includa una componente storica – necessaria per “comprendere meglio la realtà per affrontare questa ferita” –, la vaticanista si dice però scettica sulle decisioni a venire. “Temo che i vescovi scelgano di fare un’indagine non indipendente basata solo sui dati degli ultimi anni. »
La scelta del nuovo presidente della Cei
Oltre a questo argomento, all’ordine del giorno dell’assemblea c’è la nomina del nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana, che, secondo il suo profilo, sarà determinante nelle decisioni dell’episcopato. Questo nuovo presidente sarà nominato secondo una procedura propria dell’Italia: i vescovi proporranno tre nomi, tra i quali sceglierà papa Francesco. Il papa, però, ha già redatto il ritratto composito del suo candidato ideale, attirando tutti gli sguardi sul cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, e in misura minore sul cardinale Augusto Paolo Lojudice, capo della diocesi di Siena.
Entrambi conosciuti come figure di “preti di strada”, sembrano corrispondere a priori al profilo di vescovi piuttosto favorevoli a un’indagine sugli abusi sessuali. Ma fino a che punto e secondo quali modalità, questo resta ancora tutto da definire… prima ancora di convincere il resto dell’episcopato a intraprendere questa strada.
https://www.la-croix.com/Religion/Pedocriminalite-semaine-decisive-eveques-italiens-2022-05-23-1201216536?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NEWSLETTER__CRX_URBI&utm_content=20220523
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