Riserbo e poca voglia di parlare, nel day-after della notizia che ha gelato una comunità. «Non voglio dire niente, questa storia non la commento», taglia corto la barista del Caffè Sole. E lo stesso fanno due anziani seduti al tavolo, che si limitano a dire che in chiesa vanno «a messa alle 9, e don Roberto non c’è mai». Don Roberto è il parroco, o forse sarebbe meglio dire ex, della chiesa Don Leonardo Murialdo. Il prete che Cesare Nosiglia ha deciso di allontanare con una missiva ufficiale dalla parrocchia di via De Sanctis. Don Volaterra è stato allontanato «per un congruo periodo di cura e di ritiro spirituale», recita la lettera. I parrocchiani, non lo vedono da una decina di giorni, qualcuno anche da un mese. Il perché della decisione, a loro non è stato spiegato.
Ma il passato del don, processato per abusi sessuali su una 12enne nel 2004, lo conoscono tutti. «Si, del suo passato si sapeva. Ma qui è sempre stato una persona cortese, con tutti i parrocchiani», dice Maria Teresa. Davanti alla chiesa passano Matteo e Miranda, due coniugi di zona. «Don Roberto era bravo, e nelle omelie era fantastico. Il passato è passato – dice Matteo -. Alla Don Murialdo nessuno si è mai lamentato di lui. E grazie a lui la chiesa si è riempita, anche di giovani». «L’hanno mandato via? Mi spiace, ci siamo salutati due settimane fa», racconta Miranda. I parrocchiani, in pratica, col prete non ce l’hanno affatto e anzi, lo difendono a spada tratta. Non pensano alle vicende passate, che però sono piuttosto scottanti. Ordinato sacerdote nel 1993, quando era parroco a Castagnole Piemonte era stato prima arrestato e poi processato con l’accusa di abusi sessuali nei confronti di una bambina di 12 anni, figlia di una sua parrocchiana.
In tribunale, il don aveva patteggiato una pena di un anno e otto mesi, più un risarcimento alla famiglia della ragazzina di 45mila euro. Dopo quella vicenda, don Roberto non ha smesso di esercitare il sacerdozio e da un decennio era alla chiesa Don Leonardo Murialdo di via De Sanctis. I suoi parrocchiani, pur consapevoli del suo oscuro passato e di quelle accuse infamanti, lo avevano accolto bene e lo apprezzavano tantissimo. «E’ una persona affidabile, non mi interessano le storie passate sul suo conto», sentenzia un signore di passaggio davanti alla chiesa. Vuota, la parrocchia, ieri mattina. Dentro, sulla bacheca, tra i vari avvisi affissi c’è una pubblicazione di matrimonio risalente al 24 febbraio, firmata proprio da don Roberto. Difficile che ne firmerà altre, da ora in avanti. La Diocesi ha assicurato di non avere notizie di denunce a suo carico, ma il sacerdote non si fa più vedere da una decina di giorni. Maria lavora al Bar Smile, proprio di fronte alla chiesa: «Don Roberto veniva qui alla domenica, dopo la messa. Prendeva sempre il cappuccino. Il suo passato? Da uno come lui non me l’aspettavo, non l’avrei mai detto. Anzi, avevo perso la fede, l’ho ritrovata grazie a lui».
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