È stato rinviato a giudizio don Silverio Mura, il sacerdote, originario di Ponticelli (Napoli), con l’accusa di aver usato un falso nome quando aveva svolto il suo ministero a Montù Beccaria, per circa un anno e mezzo, tra ottobre 2016 e marzo 2018. Il fatto aveva scatenato la protesta di un gruppo di residenti del paese quando riconobbero il prete da loro conosciuto come don Saverio Aversano in un servizio della trasmissione “Le Iene” sui casi di presunti abusi sessuali da parte dei sacerdoti.
l’ESPOSTO
Dalle accuse di molestie don Mura è stato assolto in primo grado e in appello dal tribunale ecclesiastico, ma il 28 ottobre si aprirà al tribunale di Pavia il processo per il reato previsto dall’articolo 494 del codice penale, cioè la sostituzione di persona, in questo caso l’uso del nome falso. Il processo fa seguito all’esposto che, nell’aprile 2019, avevano presentato alla procura di Pavia i volontari della rete “L’Abuso”, che segue i casi di pedofilia tra i preti, integrando la denuncia con una relazione della criminologa Luisa D’Aniello sul profilo del sacerdote.
La notizia del rinvio a giudizio per la falsa identità è arrivata dopo che, a marzo e luglio del 2019, prima il tribunale ecclesiastico dell’arcidiocesi di Milano e poi la diocesi di Napoli avevano assolto il sacerdote in primo grado e in appello dall’accusa di abusi sessuali nei confronti di due minori a Napoli; da quel momento il sacerdote era tornato a celebrare messa nel suo paese di origine, dopo che era stato sospeso per un anno.
Il caso di don Mura aveva tenuto banco in Oltrepo nella primavera del 2018, quando un gruppo di mamme di Montù, vedendo per caso in televisione il servizio della trasmissione “Le Iene”, avevano riconosciuto in uno dei preti accusati ( su cui papa Francesco aveva riaperto il caso) quello che era da oltre un anno nel paese oltrepadano, con il nome di don Saverio Aversano.
Immediatamente è scattata una mobilitazione delle mamme con la richiesta di chiarimenti alla parrocchia e alla diocesi, visto che don Mura insegnava anche catechismo ai bambini delle elementari. Dopo un mese dalla scoperta, però, il sacerdote aveva lasciato Montù facendo perdere le sue tracce. Durante questo periodo si era così scoperto che il prete campano aveva preso il cognome della madre, morta nel 2016, ed era arrivato a Montù come aiuto pastorale dalla diocesi di Nola, che fin dall’inizio del Novecento ha sempre avuto legami con la diocesi di Tortona.
LETTERA AL PAPA
Le mamme avevano anche scritto a papa Francesco chiedendo che facesse luce sulla vicenda. Fin dall’inizio, comunque, il Comune, la parrocchia e la diocesi di Tortona hanno sempre ribadito di non aver mai saputo nulla del passato del sacerdote napoletano.
«Un prete che dal Sud viene trasferito al Nord con un nome fasullo non può che alimentare sospetti», commenta Francesco Zanardi, presidente e fondatore della rete “L’Abuso” che martedì ha ricevuto nella sede della sua associazione la citazione in qualità di testimoni e consulenti tecnici nel processo a don Mura. —
Oliviero Maggi
https://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2021/06/03/news/prete-sotto-falso-nome-ora-andra-a-processo-1.40349179
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