Le sue condizioni di salute erano già da tempo precarie e il contagio da Covid non gli ha lasciato scampo. E’ deceduto nella tarda serata di martedì, all’Ospedale civile di Ravenna dove era ricoverato da alcuni giorni, Don Giuseppe Giacomoni, uno dei sacerdoti più discussi nella storia di Cesenatico.
Nato a Montescudo di Rimini il 4 giugno 1925 e ordinato sacerdote il 28 giugno 1953, era il sacerdote più anziano della Diocesi. Da anni risiedeva presso l’Opera Santa Teresa di Ravenna, dopo un lungo ministero sacerdotale svolto anzitutto come membro della famiglia salesiana.
Fu direttore del Collegio delle Scuole Salesiane di Faenza. Passò alcuni anni all’estero quale cappellano degli emigrati italiani. Negli anni Novanta fu accolto presso la parrocchia di San Giacomo, a Cesenatico. Svolse in seguito il suo ministero a Villalta e in aiuto ai sacerdoti delle comunità della zona pastorale del mare. Dal 2001 fu inserito a pieno titolo nel presbiterio diocesano di Cesena-Sarsina. Don Giacomoni, però, fece parlare di sé soprattutto nell’ottobre del 2006 quando venne arrestato a Forlì per abusi su minori. Il prete degli “immigrati”, come lo chiamava la gente, fu accusato di ricatti e violenze sessuali, assieme ad un noto ristoratore di Cesenatico. Presidente dell’associazione Arcobaleno, accreditata presso il tribunale dei minori di Bologna, il sacerdote fu accusato di aver indotto alcuni ragazzi stranieri alla prostituzione e di aver lui stesso abusato di loro. Un’accusa che gli valse in Cassazione la condanna a sei anni ed otto mesi.
La Messa esequiale, presieduta dal vescovo Douglas Regattieri, si terrà sabato 5 dicembre alle 10 in Cattedrale. La salma sarà portata al Cimitero urbano di Cesena e sepolta nel campo riservato ai sacerdoti.
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