Francesco è entrato in carica nel 2013, quando l’accusa di pedofilia nel dell’Istituto Provolo non era nuova. Per le vittime, non c’è dubbio che Bergoglio conoscesse la situazione, anche se non ha preso provvedimenti al riguardo fino al momento in cui la giustizia Argentina ha arrestato gli imputati.
Per dimostrare la conoscenza di Francesco della situazione, le vittime sottolineano un fatto: lo stesso anno in cui Francesco ha iniziato il suo pontificato, un gruppo di vittime di abusi sessuali in una sede del Provolo a Verona (Italia) ha prodotto un rapporto in cui ha dettagliato cosa era successo a loro. Quella fu l’unica volta che hanno ricevuto una risposta ufficiale, firmata dall’Arcivescovo Angelo Beccio, Segretario per gli Affari Generali della Santa Sede. Nel testo, le autorità hanno affermato il loro impegno a “sostenere il dramma delle vittime e indagare sui casi”.
L’anno seguente, nel 2014, hanno effettuato un’altra serie di azioni per pubblicizzare ciò che era accaduto loro. In primo luogo, hanno fatto un video e hanno dato i nomi dei membri del Provolo che li avevano abusati, tra i preti menzionati apparvero Nicola Corradi, Eliseo Primati e Luigi Spinelli. I tre, all’epoca, erano già trasferiti in Argentina. The Survivors Network assicura che Francesco abbia visto il video.
Mesi dopo, ritornarono per inviare una lettera in Vaticano nella quale consegnavano, uno per uno, tutti i molestatori. La lettera non ha avuto risposte.
Quello stesso anno, una delle vittime dell’Italia, Giuseppe Consiglio, riuscì a ottenere un incontro con Francesco. Nel corso dell’incontro, l’uomo ha consegnato in mano al Papa una lettera che gli raccontava degli abusi che aveva subito mentre era studente del Provolo.
Nel novembre 2016 è scoppiato lo scandalo in Argentina. Dopo la prima denuncia alle autorità a Mendoza, un’inchiesta è iniziata e vengono arrestati, tra gli altri, i preti Horacio Corbacho e Nicola Corradi, lo stesso che era già stato accusato in Italia.
Quando la situazione divenne pubblica, nel marzo 2017, Francesco decise di nominare due religiosi, Dante Simón e Juan Martínez, per condurre un’indagine canonica preliminare sul caso Mendoza. Qualche tempo dopo, decise di nominare monsignor ausiliare di La Plata, Alberto Bochatey, come “commissario apostolico” per seguire da vicino le cause.
(traduzione con Google Translate)
http://noticias.perfil.com/2018/09/15/caso-provolo-por-que-el-papa-francisco-sabia-de-los-abusos/
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