Settantuno testimoni sono stati convocati dal tribunale di Paraná. Dovranno rievocare le notti da incubo nell’arcidiocesi di Nostra Signora del Cenacolo, retta da padre Juan José Llaraz, prefetto della disciplina tra il 1985 e il 1993. “Sentivamo le urla e i pianti, non potevamo fare niente”
di DANIELE MASTROGIACOMO
L’Argentina affronta il processo per il più grave episodio di pedofilia della Chiesa. Settantuno testimoni sono stati convocati dal tribunale di Paraná. Dovranno rievocare le notti da vero incubo che hanno trascorso nell’arcidiocesi di Nostra Signora del Cenacolo, retta da padre Juan José Llaraz, prefetto della disciplina tra il 1985 e il 1993.
Il prelato aveva sotto custodia le decine di ragazzi che studiavano nella scuola di orientamento al sacerdozio. E’ accusato di abuso sessuale nei confronti di sette minori. Stando ai racconti, suffragati da numerose prove, Llaraz sceglieva le sue vittime tra i ragazzi che vivevano nel convitto da quando avevano 12 anni.
Bambini di provincia, senza soldi, affidati a questo prete perché li educasse, li istruisse e li strappasse alla povertà a cui erano destinati. Minori che avevano contrasti in famiglia, sbandati e senza più contatti con i parenti.
L’internato si è trasformato in un incubo. “Di sera, al lume di candela”, dicono molte testimonianze, “arrivava nelle nostre camerate, si infilava nei letti dei ragazzi e li abusava sessualmente. Non riuscivamo a dormire per paura di dover anche noi subire le stesse cose. Non potevano
fare niente. Ne parlavamo tra noi. Sentivamo le urla e i pianti dei nostri compagni ma non sapevamo che cosa accadesse. Soltanto alcuni raccontavano le sevizie. Ma dopo i pianti, si riprendevano e facevano finta di niente”. Ora, il processo che scuote tutta l’Argentina e la Chiesa.
http://www.repubblica.it/esteri/2018/04/18/news/pedofilia_il_processo_che_scuote_l_argentina-194174194/
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