In una dichiarazione diffusa a conclusione della loro Assemblea generale, tenuta a Santiago del Cile, i vescovi del paese sudamericano fanno “mea culpa”
per aver sostanzialmente mentito sulle responsabilità del vescovo di Osoeno Juan Barros sul caso del prete pedofilo Karadima, come accertato dall’inviato del Papa, l’arcicescovo di Malta Charles Scicluna. Francesco giovedì aveva scritto nella sua lettera: “Per quanto mi riguarda, riconosco, e voglio che lo trasmettiate fedelmente, che sono incorso in gravi errori di valutazione e percezione della situazione, in particolare per mancanza di informazioni veritiere ed equilibrate. Fin da ora chiedo scusa a tutti quelli che ho offeso e spero di poterlo fare personalmente, nelle prossime settimane, negli incontri che avrò con rappresentanti delle persone intervistate”.
Ad offrire le informazioni false al Papa ci hanno pensato i due cardinali cileni Erazuriz Ossa e Ezzati (cioè l’arcivescovo emerito di Santiago membro del C9 e il successore) e l’attuale nunzio Ivo Scapolo. Tutti e tre personaggi molto vicini al cardinale Angelo Sodano, l’ex segretario di stato che dal 1977 al 1988 era stato nunzio in Cile, gli anni della dittatura di Pinochet e degli abusi di di Karadima (eventi collegati di fatto).
“Accogliamo con fede e ubbidienza filiale questa lettera”, scrivono ora i vescovi cileni e poi aggiungono: “Insieme al Papa sentiamo dolore e vergogna poiché, nonostante le azioni poste in essere in questi anni, non siamo riusciti a far sanare le ferite nei cuori di molte vittime e, invece, continuano ad essere una piaga aperta nel cuore della Chiesa in Cile. Al tempo stesso rinnoviamo la nostra speranza perché vediamo nell’intervento del Successore di Pietro un cammino concreto per – tutti uniti – essere in grado di aiutare a sanare e a riparare le ferite che ancora restano aperte. La Lettera del Papa la riceviamo come un invito ad assumere questa sfida con magnanimità e umiltà. Per intraprendere questo cammino ci poniamo, come Chiesa, in uno stato di preghiera, ascolto e discernimento, nonché di disponibilità per rinnovare la comunione ecclesiale. Vogliamo farci carico degli errori che ci corrisponde e correggerli in modo tale che la Chiesa sia, sempre di più, un ambiente sano e sicuro per i bambini, bambine e giovani. Come ci ha detto Francesco: ‘Amiamo la verità, chiediamo la saggezza del cuore e lasciamoci convertire’. Chiediamo alle nostre comunità che ci aiutino con i loro consigli e preghiere, così come lo chiede lo stesso Papa. Le vittime devono essere il primo motivo della nostra preghiera e riparazione.
Che la Madonna del Carmine ci aiuti in questo cammino di conversione e di rinnovamento ecclesiale”.
Il cardinale Errazuruz Ossa, invece, sembra voler prendere le distanze dalle scuse dei suoi confratelli. Il porporato 84enne in una intervista con la stampa cilena ha precisato di non aver dato “informazioni false” e che, ha aggiunto, non rientrava “tra i miei compiti” informare il Papa “sulle difficoltà, i possibili errori o i mali che soffre la Chiesa in tutti i paesi”.
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