Il Tribunale federale ha accolto un ricorso del Ministero pubblico zurighese: non indagini segrete, ma semplici ricerche
LOSANNA – I poliziotti che danno la caccia ai pedofili su internet facendosi passare per minorenni non hanno bisogno dell’autorizzazione di un giudice. Il Tribunale federale (TF) ha accolto un ricorso in questo senso del Ministero pubblico zurighese dopo il proscioglimento di un uomo accusato di tentati atti sessuali con fanciulli.
Su un forum di discussione, egli era stato incastrato da un agente della polizia zurighese. Il poliziotto aveva finto di essere un’adolescente di quattordici anni, di nome Sabrina. I due si erano scambiati e-mail e foto che la ritraevano nuda. I contatti avevano portato a un appuntamento alla stazione di Zurigo, dove il pedofilo era stato arrestato.
L’uomo era in seguito stato prosciolto dal Tribunale cantonale di Zurigo dall’accusa di tentati atti sessuali con fanciulli. Secondo i giudici, il poliziotto aveva condotto un’indagine segreta, che per essere valida avrebbe dovuto ottenere il via libera da parte del Tribunale delle misure coercitive. In caso contrario, le prove non possono essere utilizzate.
In ultima istanza il TF contraddice questa sentenza e ritiene che la tecnica usata dal poliziotto non corrisponde a un’indagine segreta ma a una semplice ricerca, che non necessita quindi di alcuna autorizzazione giudiziaria.
Tutte le prove raccolte dall’agente possono quindi essere sfruttate dalla giustizia nel processo contro il pedofilo. Il caso è rinviato al Tribunale cantonale di Zurigo, che dovrà esaminare eventuali altri motivi che potrebbero impedire l’impiego del materiale raccolto.
http://www.cdt.ch/svizzera/cronaca/165043/pedofilia-su-internet-la-polizia-potr%C3%A0-agire-senza-autorizzazione
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