DOVRÀ RISARCIRE IL RAGAZZO DI CUI HA ABUSATO CON 50MILA EURO
La Congregazione per la Dottrina della Fede ha respinto la difesa del sacerdote di Acireale già condannato in primo grado. La sua vittima oggi è ricercatore negli Usa
La Congregazione per la Dottrina della Fede ha rigettato il ricorso presentato da Monsignor Carlo Chiarenza di Acireale, già condannato in primo grado nel luglio 2013 per abusi sessuali compiuti ai danni di Teo Pulvirenti, assistito dall’associazione antipedofilia «La Caramella Buona Onlus». «Non riesco a crederci – dichiara commosso Teo Pulvirenti da New York, dove lavora come ricercatore – avverto un incredibile senso di liberazione, finalmente, insieme agli amici della “Caramella Buona”, abbiamo ottenuto non solo giustizia popolare ma anche quella della Chiesa».
La sentenza
Dichiarato colpevole, a Chiarenza sono state comminate diverse pene canoniche tra le quali l’obbligo di dimora fuori dalla città metropolitana di Catania per tre anni in un luogo concordato tra il Vescovo di Acireale e il Vescovo ospitante, il divieto per tre anni di celebrare in pubblico la Santa Messa, il divieto perpetuo di confessare ed esercitare la direzione spirituale, e di ricevere in futuro incarichi ministeriali che possano comportare contatto con i minori. Oltre a queste misure il prete dovrà risarcire Teodoro Pulvirenti la vittima all’epoca dei fatti, con la somma di 50mila euro nel tempo massimo di 24 mesi dalla data della notifica di questo Decreto.«Qualora Mons. Chiarenza non ottemperasse alle pene suddette – si legge nel dispositivo – gli si impongano altre pene canoniche espiatorie di cui al CIC can 1336, non esclusa, dietro severo ammonimento e de mandatu Congregationis pro Doctrina Fidei, la dimissione dallo stato clericale».
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