Nei cinema dal 18 febbraio “Il caso Spotlight”: il film racconta l’inchiesta del Boston Globe che portò alla luce la rete che copriva e insabbiava i casi di abusi sessuali da parte dei preti cattolici. Ma a che punto è la Chiesa con l’opera di pulizia avviata da Papa Francesco?
Esce nelle sale cinematografiche, il 18 febbraio, “Il caso Spotlight”, pellicola sul team di giornalisti investigativi del Boston Globe che nel 2002 ha rivelato la copertura sistematica da parte della Chiesa Cattolica degli abusi sessuali commessi su minori da oltre 70 sacerdoti locali. Una storia vera, dietro una vera inchiesta giornalistica, che tra l’altro all’epoca vinse il Premio Pulitzer.
Ma a che punto è l’azione di contrasto e di pulizia di questo triste fenomeno da parte del Vaticano?
Ancora scandali: gli ultimi casi in Lombardia
La pedofilia è una piaga che la Chiesa non è ancora riuscita a sradicare completamente. Basta leggere gli ultimi fatti di cronaca in Lombardia. In una retata che ha portato agli arresti domiciliari 11 persone – dovranno tutti rispondere di prostituzione minorile continuata -, ci è finito anche un parroco della bergamasca. Secondo gli inquirenti, il sacerdote, in particolare, ‘pagava’ con regali due ragazzi non ancora maggiorenni, in cambio di rapporti sessuali. Un fatto commentato dalla curia di Bergamo con “stupore, sgomento e profondo dolore”.
Ricorderete anche la vicenda, esplosa nell’estate del 2013, del processo all’ex nunzio apostolico della Repubblica Dominicana, Jozef Wesolowski: era stato arrestato un anno prima, in Vaticano, dove era stato fatto rientrare. E attendeva il processo per fatti accaduti fra Roma e Santo Domingo. Le accuse andavano dalla pedofilia e maltrattamenti a minori fino alla detenzione di materiale pedo-pornografico. Ridotto allo stato laicale, non affronterà il tribunale vaticano, perché morirà poco prima, nell’estate del 2015. Sarebbe stato il primo processo per questo genere di reato, dentro la Stato papale.
Linea dura, già con Ratzinger
È stato proprio il caso dell’ex diplomatico della Santa Sede ad aver indotto Papa Francesco “alla tolleranza zero” contro gli abusi sui minori. In una dichiarazione shock del 2013, davanti a una commissione Onu, emerse che dal 2004 erano stati più di 3.400 i casi di abusi, denunciati al Vaticano. 884 i sacerdoti ridotti allo stato laicale. Più di 2.500 le sanzioni “minori”, ovvero vivere il resto della vita in penitenza e preghiera. L’opera di ‘pulizia’ interna era già stata avviata da papa Benedetto; Francesco ha proseguito e preso alcune misure per accelerare la ricerca della verità sulle segnalazioni. Qualche mese dopo l’elezione aveva aggiornato la legge penale vaticana, con pene più severe per reati di abusi su minori e pedofilia.
Tolleranza zero
Altra decisione importante per papa Francesco è quella del 22 marzo 2014, giorno in cui istituisce una specificaCommissione pontificia “per la tutela dei minori” e ci mette a capo Sean Patrick O’Malley, quell’arcivescovo che prese in mano la diocesi di Boston e che fece opera di pulizia, all’indomani degli scandali raccontati in “Il caso Spotlight”. La Commissione ha lavorato su più piani: linee guida nazionali su come affrontare i singoli casi; prevenzione e formazione dei sacerdoti. Pugno duro con i vescovi che non collaborano: si è istituita una nuova sezione giudiziaria all’intero della Congregazione per la dottrina della fede proprio per processare i prelati che ‘coprono’ atti di pedofilia dei loro preti. “La priorità – disse allora il papa – non è più evitare lo scandalo: non c’è assolutamente posto nel ministero per coloro che abusano dei minori”. Tre teste sono già saltate a metà 2015. Tre arcivescovi americani sono stati costretti alle dimissioni proprio perché avevano nascosto. Non sono più al loro posto, ma sono ancora vescovi.
http://www.donnamoderna.com/attualita/caso-spotlight-abusi-preti-pedofili-chiesa
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