Da ragazzo vittima di abusi sessuali da parte di preti, lascia per un periodo l’ente per la Protezione dei Minori, per una sorta di conflitto di interessi: il suo impegno di attivista in difesa delle vittime di abusi e promotore di campagne in tal senso – in Cile, e in particolare in Australia relativamente al cardinale Pell – ha creato frizioni.
Peter Saunders, da ragazzo vittima di abusi sessuali da parte di preti, lascia per un periodo la Commissione pontificia per la protezione dei minori, per una sorta di conflitto di interessi. Lo comunica la Commissione, che oggi ha discusso con l’interessato la posizione dello stesso Saunders, il cui impegno di attivista in difesa delle vittime di abusi e promotore di campagne in tal senso – in Cile, e in particolare in Australia relativamente al cardinale Pell – ha recentemente creato frizioni con il suo ruolo di membro della Commissione pontificia. Saunders aveva anche minacciato di dimettersi dalla Commissione relativamente ai casi di abusi del clero in Cile. La nota informa che egli «prenderà un periodo di aspettativa dalla sua partecipazione come membro per riflettere come egli possa contribuire nel modo migliore al lavoro della Commissione». Dopo questo periodo, ha spiegato padre Lombardi, si deciderà se tornerà nella Commissione, o se vorrà contribuire dall’esterno ai suoi scopi.
Lo scorso giugno Saunders, parlando a un canale televisivo australiano aveva accusato il cardinale Pell, oggi prefetto per l’Economia, di essere un «sociopatico» che non collabora alle indagini contro gli abusi del clero sui minori quando era arcivescovo di Melbourne, e ne aveva chiesto le dimissioni. Il portavoce vaticano Federico Lombardi aveva replicato che Saunders in tv non poteva parlare che a titolo personale e aveva aggiunto che Pell ha sempre risposto alle autorità australiane che indagano sui casi di abusi del clero e che la sua dichiarazione pubblica dei giorni precedenti è «attendibile e meritevole di rispetto e attenzione». In quella occasione la Commissione per la tutela dei minori istituita da papa Francesco aveva precisato che non è sua competenza «commentare singoli casi o indagini», sugli abusi del clero, e aveva affermato di ritenere «essenziale che coloro che occupano posizioni di autorità nella Chiesa rispondano prontamente, in modo trasparente e con il chiaro proposito di consentire di raggiungere la giustizia». Il caso Saunders-Pell sembra quindi configurare un «conflitto di interessi».
Il 13 aprile 2015 invece Saunders e l’altra vittima di abusi membro della Commissione, l’irlandese Marie Collins, avevano manifestato al cardinale O’Malley, presidente della Commissione, il loro disappunto per la nomina a vescovo di Osorno, in Cile, di Juan Barros, accusato di aver affossato l’inchiesta contro l’84enne padre Fermando Karadima, pedofilo seriale.
La composizione della Commissione prima della «aspettativa» di Saunders era di 17 membri, otto donne, tra cui due religiose e nove uomini.
http://www.lastampa.it/2016/02/06/vaticaninsider/ita/nel-mondo/pedofilia-saunders-lascia-la-commissione-pontificia-OElEqTPCLlzhMNYZIUo45K/pagina.html
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