CASALBORSETTI – A rappresentarlo c’era il suo legale, l’avvocato Battista Cavassi. Lui, Don Giovanni Desio, parroco 52enne originario di Milano ma per 13 anni alla guida della comunità spirituale di Casalborsetti, non si è presentato davanti ai giudici del Tribunale di Riesame di Bologna, quei giudici che ieri mattina erano chiamati ad esaminare il ricorso presentato contro il provvedimento del gip Rossella Materia che il 17 luglio scorso aveva negato al sacerdote la possibilità dei domiciliari.
Il don se ne è rimasto dietro le sbarre, nel carcere di Forlì, quel carcere nel quale si trova ormai da quattro mesi, per l’esattezza dalla mattinata del 5 aprile scorso, quando era stato arrestato in canonica dalla squadra Mobile per adescamento e atti sessuali con ragazzini A di 14 e 15 anni.Due quelli ai quali si fa riferimento nell’ordinanza dello stesso gip Materia che lo aveva portato dentro, sulla base di intercettazioni più che esplicite, per pericolo di reiterazione del reato.
Ma gli inquirenti – coordinati dal pm Isabella Cavallari (assente ieri in udienza) – da quel giorno hanno continuato a sentire persone, famiglie preoccupate ma anche adolescenti che avevano avuto a che fare con il don, alcuni dei quali avrebbero confermato le ‘esplicite attenzioni’ del sacerdote.
L’inchiesta sul parroco era partita dopo che l’uomo, usando l’identità di un ragazzino, sui social network si era scagliato contro la stampa locale in seguito agli articoli pubblicati dopo il volo in un canale a febbraio con il suo suv nuovo da 35 mila euro e un tasso alcolemico di quasi tre volte e mezzo i limiti consentiti. Ieri l’avvocato del don ha richiesto nuovamente la scarcerazione del suo assistito con trasferimento in un centro privato, una sorta di clinica psichiatrica per sacerdoti che si trova sulle colline umbre, clinica che si sarebbe detta di- sponibile a prendere in cura il don.
All’istanza depositata ieri, il legale ha infatti allegato la relazione che il centro aveva stilato dopo avere esaminato tutte le carte fornite dalla difesa, individuando per Desio un percorso specifico della durata di alcuni anni con un’assistenza mirata. Il 17 giugno scorso il gip si era espressa contro tale ipotesi in quanto – secondo il giudice – non garantirebbe l’isolamento dai mezzi di comunicazione, tesi condivisa informalmente anche dal pm Cavallari. Ora la palla è passata al Riesame. Dopo la discussione, il Tribunale si è riservato la decisione, prendendo qualche giorno di tempo.
http://www.romagnanoi.it/news/ravenna/1206940/Gli-avvocati-di-Don-Desio-presentano.html
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