612 pratiche aperte nel 2012, ma non dicono quanti ne hanno spretati.
Molestie su minori, in due anni 400 preti ridotti a stato laicale da Benedetto XVI
Le statistiche sul biennio 2011-12 sono contenute in un documento elaborato dalla Santa Sede per difendersi davanti a una commissione Onu a Ginevra. E mostrano la massiccia crescita del numero di religiosi rimossi rispetto al 2008-2009, quando furono 170. Ma la Santa Sede: “Dati errati”
17 gennaio 2014
Molestie su minori, in due anni 400 preti ridotti a stato laicale da Benedetto XVI(ansa)
CITTA’ DEL VATICANO – Un documento del Vaticano relativo agli anni 2011-12 contiene dei numeri impressionanti e finora sconosciuti: Benedetto XVI, ha riportato allo stato laicale circa 400 preti accusati di molestie a bambini. Questa la notizia diffusa oggi dall’Associated Press, in parte smentita dalla Santa Sede: “Si tratta di dati errati”, dice padre Federico Lombardi, portavoce della Sala stampa vaticana.
Le statistiche del biennio – scrive l’agenzia – rivelano la massiccia crescita dei casi di preti rimossi rispetto ai 170 religiosi ridotti allo stato laico nel biennio 2008-2009, quando il Vaticano per la prima volta ha diffuso quel genere di informazioni. Prima di allora, la Santa Sede aveva rivelato solo il numero di casi delle segnalazioni di presunti abusi sessuali ricevuti.
Il documento, ottenuto oggi dall’Ap che ne dà notizia sul suo sito, è stato elaborato con dati che il Vaticano ha messo insieme per difendere la Santa Sede a Ginevra davanti a una commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani, riunitasi questa settimana proprio per verificare l’applicazione della Convenzione per i diritti del fanciullo da parte del Vaticano. Statistiche tratte dalle attività dei suoi vari uffici, inclusa la Congregazione per la Dotrrina della Fede, che valuta le sagnalazioni sugli abusi sessuali.
Rispondendo alle domande della Commissione, l’arcivescovo Silvano Tomasi, ambasciatore vaticano in Svizzera, avrebbe utilizzato solo alcune delle statistiche riportate nel documento di cui scrive l’Ap. E una fonte della stessa Commissione nega che l’organismo Onu abbia mai ricevuto il documento.
Sebbene pubblici, quei documenti non sono disponibili o venduti fuori Roma e normalmente si trovano in Vaticano o nelle biblioteche dell’Università Cattolica. L’analisi fatta dalla Ap spiega che le fonti utilizzate per redigere il documento mostrano la notevole evoluzione nelle procedure della Santa Sede in merito ai casi di preti pedofili a partire dal 2001, quando il vaticano ordinò ai vescovi di segnalare i casi in cui le accuse fossero credibili.
In base alle norme adottate dal 2001 con l’azione di Ratzinger, la Congregazione nper la Dottrina della Fede analizza ogni caso arrivato alla Santa Sede e istruisce i vescovi su come procedere. E in ogni passaggio della procedura al prete è concesso di difendersi. La Congregazione ha iniziato a produrre le cifre solo a partire dal 2005.
La precisazione della Santa Sede. Il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, dichiara che la notizia diffusa dalla Ap appare fondata su una lettura sbagliata dei dati pubblicati nel volume ‘Attività della Santa Sede 2012’, dove si riferisce sull’attività dell’Ufficio disciplinare della Congregazione per la Dottrina della Fede”.
Nel volume – spiega il portavoce vaticano – si parla delle 612 nuove pratiche aperte nel 2012, provenienti da tutto il mondo, riguardanti, tra l’altro 418 casi di abusi di minori”. Tali pratiche si riferiscono ordinariamente a casi avvenuti in anni precedenti. Inoltre i dati citati non si riferiscono all’esito della discussione dei casi, quindi non si tratta qui del numero delle dimissioni di sacerdoti”.
http://www.repubblica.it/esteri/2014/01/17…o_xvi-76230818/
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