Torna in libertà don Alessandro de Rossi, l’ex parroco della chiesa di San Luigi Gonzaga ai Parioli, arrestato lo scorso dicembre su mandato di cattura emesso dal giudice argentino Diego Rodriguez Pipino, con l’accusa di abusi sessuali su minore durante il periodo in cui era parroco nella chiesa Maria Medianera, nella città di Salta. La corte di Appello di Roma ha negato l’estradizione chiesta dall’autorità argentina per “mancanza di gravi indizi a suo carico” e ne disposto l’immediata liberazione. Il sacerdote è stato ai domiciliari fino al giugno scorso.
Il pm Silvia Santucci, dal giorno dell’arresto, ha aperto un fascicolo e sta lavorando sugli atti inviati dalla procura argentina: ora dovrà decidere se contestare all’uomo le accuse a lui rivolte dai magistrati sudamericani o archiviare il caso. Il fascicolo corre parallelo ed è indipendente da quello argentino: la procura, infatti, è obbligata a perseguire il religioso, in quanto cittadino italiano, a prescindere dai riscontri dell’indagine sudamericana.
Il religioso era stato fermato dalla polizia il 31 dic 2014 a Roma. Dopo l’arresto, in sede di interrogatorio di garanzia, l’uomo aveva respinto le accuse e rifiutato l’estradizione. Per sei mesi è rimasto ai domiciliari, salvo poi essere liberato proprio su decisione della corte di Appello di Roma, che ha deciso anche sul no all’estradizione.
Il parroco è accusato dalla procura argentina di aver molestato dei bambini durante gli anni della missione nella parrocchia di Salta, al confine col Cile, nel quartiere disagiato di Islas Malvinas. A denunciarlo, all’inizio dello scorso anno, è stato un ragazzino di meno di 15 anni, che ha raccontato agli inquirenti di aver avuto dei rapporti sessuali con lui in cambio di soldi. In seguito a queste accuse, gli inquirenti argentini hanno aperto un fascicolo e raccolto altri indizi in merito ad ulteriori incontri avuti con altri minori.
Il prelato ha sempre respinto le accuse, sostenendo di essere finito nell’occhio del ciclone per via della sua attività canonica in una diocesi a rischio come quella in cui esercitava, all’interno della quale si occupava di assistenza ai giovani tossicodipendenti. Nel gennaio 2013 il sacerdote era stato aggredito a pugni all’interno della sacrestia, da un giovane di meno di 30 anni, ed era stato ricoverato in ospedale. Nel 2001 uno dei suoi predecessori – De Rossi è arrivato a Salta nel 2008 – è morto in seguito a un’aggressione.
http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/10/11/news/abusi_su_minori_torna_in_liberta_don_alessandro_de_rossi-124800119/
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