Centinaia di lettere per don Marco. «Vicinanza umana e stupore»
Giovedì 26 Aprile 2012
Fedeli ed ex parrocchiani scrivono in carcere al prete arrestato
Lettere. Un fiume di lettere. Recapitate nello studio dell’avvocato, Renato Papa, ma anche in carcere, direttamente nella cella di don Marco Mangiacasale. L’ex parroco di San Giuliano, arrestato lo scorso 7 marzo con la pesante accusa di violenza sessuale continuata ai danni di una ragazzina minorenne dell’oratorio (denunce che poi sono diventate cinque), è rinchiuso al Bassone da poco meno di due mesi (50 giorni) e il fascicolo a suo carico è quasi definitivamente chiuso. Manca solo il deposito di una consulenza affidata dalla procura di Como – pubblico ministero Simona De Salvo – ai tecnici informatici chiamati a estrapolare tutti i dati dagli apparati elettronici del prete. Poi, una volta chiarito definitivamente il giro delle amicizie e delle frequentazioni di don Marco Mangiacasale, la fase investigativa potrà terminare.
Per il deposito di questa consulenza dovrebbero essere necessari ancora una decina di giorni, al massimo due settimane.
Solo in seguito il pm deciderà se interrogare l’ex parroco di San Giuliano – nonché ex economo della Diocesi – oppure notificare alla difesa l’avviso di conclusione delle indagini.
Nel frattempo però, come detto, la comunità religiosa della provincia non è rimasta ferma.
Sono infatti più di cento le lettere che, in questi due mesi di cella, don Marco Mangiacasale ha ricevuto da ex parrocchiani, fedeli e anche da altri religiosi. Missive spedite in parte nello studio dell’avvocato Papa, in parte direttamente al Bassone.
«Non gli dicono di certo bravo – sottolinea il legale – Sono fedeli che non si spiegano come la persona che in tanti anni hanno conosciuto e apprezzato possa essere finita in questo tunnel. La corrispondenza esprime la vicinanza umana delle persone a don Marco, oltre allo stupore per quanto accaduto».
E sono tante anche le richieste di poter incontrare l’ex parroco di San Giuliano in carcere, anche se nessuna di queste potrà essere accolta. Il religioso, infatti, sta incontrando solo i propri cari e i suoi avvocati, oltre ovviamente al noto psichiatra e psicologo comasco Salvatore Zizolfi, che sta fornendo in queste settimane il supporto psicologico.
Sono già cinque gli incontri che si sono svolti tra il professionista e don Marco Mangiacasale.
Faccia a faccia su cui la difesa non si sbilancia, ma che in futuro non è escluso possano confluire in una consulenza da depositare in Procura. Anche se al momento, come detto, il primo passo sarà quello di attendere la relazione definitiva dei tecnici incaricati dal pubblico ministero di estrapolare tutta la notevole mole di mail, messaggi e fotografie contenute nelle apparecchiature tecnologiche utilizzate dal religioso, prima dell’arresto shock dello scorso 7 marzo mentre si trovava ad Abbadia Lariana per un incontro.
Mauro Peverelli
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