<p style="text-align: justify;">SERGIO BAGNOLI – Rimane in carcere Don Luciano Massaferro, accusato di pedofilia da un’ adolescente dodicenne. L’Alassio benpensante si scatena contro la ragazzina. Intanto si viene a sapere che il suo difensore, l’avvocato Alessandro Chirivì di Albenga, ha presentato ricorso, verrà discusso dopo l’undici, al Tribunale del Riesame di Genova contro la custodia cautelare. “E’ una povera mitomane che vive di fantasie essendo cresciuta in un ambiente degradato”, con queste terribili parole, carpite qua e là nei bar di Alassio, pare che la voce del popolo abbia già emesso la sua inappellabile sentenza sul caso di pedofilia che vede Don Luciano Massaferro, parroco della centrale chiesa di San Vincenzo Ferreri, nonché della vicina San Giovanni Battista, sul banco degli imputati. Attualmente si trova recluso nel carcere di Chiavari, accusato di avere abusato per almeno tre volte di un’adolescente. La giovane aveva raccontato qualche mese fa le brutture di cui era stata vittima ad una psicologa dell’Istituto ospedaliero per l’infanzia Giannina Gaslini di Genova ed il suo racconto è stato successivamente valutato talmente credibile dalla Procura della Repubblica di Savona da indurla a spiccare, l’antivigilia di Capodanno, mandato d’arresto contro il sacerdote della “ Città del muretto”. Ora Don Luciano Massaferro, provato dall’esperienza oltre le sbarre nel penitenziario chiavarese, dovrà continuare a condividere la cella assegnatagli con altri sette detenuti comuni per almeno ancora una settimana dal momento che il Gip di Savona Emilio Fois ha ritenuto giustificanti la carcerazione le accuse formulate dalla Procura della Repubblica di Savona ed ha respinto la richiesta di liberazione, od in subordine di concessione degli arresti domiciliari, avanzata dal suo difensore Alessandro Chirivì di Albenga. Dopo l’undici infatti il caso sarà discusso dinnanzi al Tribunale del Riesame di Genova cui il legale del prete si è oggi appellato. Don Luciano avrebbe abusato della giovane dodicenne, come detto, in tre occasioni: la prima volta nella sua canonica, la seconda a bordo del proprio motociclo, avendola invitata “a fare un giro” per Alassio, la terza in una baracca che sorge in un orto di proprietà della parrocchia. Nonostante la delicatezza del caso, e prima di aspettare le risultanze del riesame, gran parte dell’Alassio benpensante si è però schierata, ivi compresi il sindaco Melgrati ed il presidente del Centro Aiuto per la Vita ingauno Ciangherotti, dalla parte del suo parroco ed a testimonianza di ciò resta il fatto che, dal giorno dell’arresto, a Don Massaferro continuano a giungere messaggi di incondizionata stima sul suo sito internet personale e su quello della parrocchia. Don Massaferro non è infatti un sacerdote qualunque ma, oltre ad essere il titolare della seconda parrocchia per importanza della città del Muretto ed essere parecchio impegnato accanto ai giovani, è pure il responsabile diocesano, diocesi di Imperia-Albenga, per l’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche. Decisamente più prudente, invece, la linea seguita dal Vescovo Diocesano Mons. Oliveri che, sin dal momento del fermo, si è dichiarato “ fiducioso nella giustizia terrena e sicuro che Don Massaferro riuscirà a dimostrare la propria innocenza”. Questa inchiesta pruriginosa, l’interesse alla quale ovviamente viene amplificato dal fatto che l’accusato è un parroco e dalla circostanza che si svolge in una piccola cittadina di provincia ove anche i muri parlano ed ove l’ipocrisia la fa da padrona, vede nelle vesti della vittima comunque una ragazza giudicata anche dagli psicologi non del tutto ponderata a causa delle gravi traversie familiari che da tempo attraversa e che dunque potrebbe aver frainteso certi atteggiamenti amichevoli del sacerdote nei suoi confronti ed aver lavorato di fantasia, dimensione comune a quasi tutti i giovani di quell’età. Proprio per il bene di una minorenne, che in ogni caso per il solo fatto di avere meno di quattordici anni deve essere ad ogni costo tutelata, e per dare modo all’accusato di preparare con serenità la propria difesa però ora sarebbe bene che Alassio non si dividesse in innocentisti e colpevolisti ma, senza interferenza alcuna, lasciasse lavorare con calma gli inquirenti. E’ quanto desidera pure il difensore di Don Luciano, l’avvocato Chirivì.</p> http://www.ilponente.com/2010/01/05/rimane...o-la-ragazzina/