«In passatto un fratello ha coinvolto in pratiche sessuali alcuni allievi, è stato espulso dalla congregazione»
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VERONA (28 maggio) – «Nessuno dei religiosi viventi, destinatari delle accuse, risulta impegnato in attività educative o comunque a contatto con i giovani, adolescenti e bambini». È quanto precisa monsignor Bruno Fasani, a nome della Diocesi di Verona, in relazione agli abusi sessuali che sarebbero stati perpetrati da alcuni sacerdoti denunciati da 67 ex allievi sordomuti dell’istituto religioso Provolo.
Al termine di «una seria e approfondita indagine», la Curia dichiara di aver accertato «con sufficiente precisione» alcuni fatti, a partire dal mancato riscontro di qualunque addebito al vescovo dell’epoca, monsignor Giuseppe Carraro. Negli anni 1958-1965 «risultano alcuni episodi di violenza fisica su due sordomuti nel contesto di una malintesa attività correttiva. Il religioso responsabile di tali comportamenti – ricorda la Diocesi – fu all’epoca allontanato, e risulta deceduto».
La Curia ammette che negli anni 1965-67 «due giovani aspiranti alla vita religiosa hanno manifestato problemi di disordine sessuale che li portavano a importunare e a coinvolgere sia altri aspirati, sia alcuni allievi. Essi sono stati immediatamente allontanati».
Dal 1965 al 1990, infine, «un fratello, non sacerdote – si rileva – ha coinvolto in pratiche sessuali alcuni allievi della scuola professionale, cui era addetto. Lo stesso ha avuto anche alcune relazioni con sordomute adulte». Nei confronti di ques’ultimo è in atto un procedimento canonico di espulsione dalla Congregazione.
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=60100&sez=HOME_INITALIA&ssez=CRONACANERA
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