La DDF (Dicastero per la Dottrina della Fede) è l’organo vaticano preposto a vigilare e giudicare sulla base del principio canonico, il rispetto della dottrina, tra cui anche i casi di violenza sessuale commessi da chierici.
Un organo superiore al tribunale ecclesiastico diocesano che rapportandolo al nostro sistema giudiziario potremmo paragonare a una corte di appello, generalmente utilizzata quando la sentenza in primo grado del tribunale diocesano è insoddisfacente. Tuttavia, nel sistema della chiesa nessuno impone il passaggio dal tribunale diocesano, la vittima può saltarlo e denunciare direttamente alla DDF.
Per questo motivo il Cardinale Presidente della CEI Matteo Zuppi nel 2022, annunciando “La via italiana” dei vescovi nella lotta al contrasto alla pedofilia, rese noti quei 613 casi denunciati dal 2010 raccolti dal Dicastero e non dalle Diocesi. Casi su cui sarebbe dovuta partire una commissione di inchiesta, “quasi” come quelle fatte dai Governi e dalle conferenze episcopali in tutta Europa. Ai 613 casi sopracitati si sarebbero poi aggiunti quelli provenienti dai neonati “sportelli diocesani”.
…Dicevo “quasi” perché nella “Via italiana” di Zuppi mancavano due pezzi per poter fare una commissione come le altre, il Governo è il primo, il secondo è l’arco temporale in esame che sarebbe partito dal 2000 e non dal 1960 come accaduto negli altri paesi.
Tuttavia non ne facciamo una tragedia, la Commissione d’inchiesta non è mai stata fatta e oramai è scomparsa persino dalla memoria della chiesa e dei media, che non ne parlano neppure più.
Comunque sia restano le cifre rivelate dalla chiesa italiana, rivediamole.
La prima dichiarazione ufficiale della Chiesa italiana risale al 25 maggio 2010, quando monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale, parlò – a margine dell’assemblea generale dei vescovi italiani – di circa 100 processi canonici avviati in dieci anni, senza però specificare il numero dei minori coinvolti. Circa tre mesi prima, in un’intervista rilasciata a Radio Vaticana, era intervenuto sul tema don Fortunato Di Noto: «L’Italia non è immune dal triste fenomeno dei preti pedofili», diceva il sacerdote fondatore dell’associazione Meter che si occupa prevalentemente di lotta alla pedofilia e di tutela dell’infanzia. «In questi ultimi 10 anni», aggiunse, «circa 80 sacerdoti sono stati coinvolti. È un fenomeno che esiste e che riguarda anche le suore, seppure in maniera molto più blanda».
Fonte: "Chiesa e pedofilia, il caso italiano" di Federico Tulli, pagina 110, L'Asino d'oro edizioni (2014)
Come documenta Federico Tulli su LEFT, l'Ufficio tutela minori della Diocesi di Bolzano dichiara che il comitato per la tutela dei minori di Bolzano da quando è stato istituito nel 2010 ha segnalato finora 100 casi di violenze.
Durante lo spazio dedicato alle domande dei giornalisti, alla conclusione della Conferenza stampa del neopresidente della Cei card. Matteo Zuppi, Francesco Zanardi ha posto alcune domande ed esposto le perplessità rispetto al senso complessivo del progetto di contrasto all'abuso appena varato dai vescovi italiani e i 613 casi arrivati in CDF.
E' stato un momento intenso: per la prima volta, in una conferenza stampa istituzionale della CEI, una vittima ha osato prendere la parola.
Davanti ai giornalisti, Zuppi ha preso un impegno: quello di incontrare prossimamente la Rete l'Abuso ed acquisire gli eventuali dati.
Come sottolinea il report (PrimoReport_Sintesi- PrimoReport_integrale) “Le segnalazioni fanno riferimento a casi recenti e/o attuali (52,8%) e a casi del passato (47,2%)”. Provengono da soli 30 sportelli su 226 Diocesi.
Si legge; “Il profilo dei 68 presunti autori di reato evidenzia soggetti di età compresa tra i 40 e i 60 anni all’epoca dei fatti, in oltre la metà dei casi. Il ruolo ecclesiale ricoperto al momento dei fatti è quello di chierici (30), a seguire di laici (23), infine di religiosi (15). Tra i laici emergono i ruoli di insegnante di religione; sagrestano; animatore di oratorio o grest; catechista; responsabile di associazione.”. Il genere delle persone che hanno contattato il Centro rivela una maggiore rappresentazione delle donne (54,7%). I casi segnalati, anche per fatti riferiti al passato, riguardano 89 persone, di cui 61 nella fascia di età 10-18 anni, 16 over 18 anni (adulto vulnerabile) e 12 under 10 anni.
La stessa CEI per mano del Presidente card. Matteo Zuppi aveva annunciato anche l'esamina di 613 fascicoli italiani pervenuti presso la CDF (Congregazione Dottrina della Fede), poi disattesa e ad oggi ancora non esaminati, tuttavia cifre ufficiali di cui si deve tenere rigorosamente conto.
Totale dei casi; 68 (per un totale di 89 presunte vittime) + 613 casi italiani in CDF (di cui non si conosce il numero, verosimilmente almeno una per caso) per un totale di 681 casi.
ASSISI – Sono 32 i sacerdoti, i catechisti, gli insegnanti di religione che, nel corso degli anni, hanno compiuto abusi sessuali denunciati nel corso del 2022 agli sportelli aperti dalla stessa Chiesa cattolica. In alcuni casi gli abusatori hanno fatto più di una vittima: le vittime segnalate, infatti, sono 54, 25 delle quali aveva meno di 18 anni al momento dell’abuso.
Totale degli abusatori 32 che hanno prodotto 54 vittime di cui 25 sono maggiorenni.
Il quadro che emerge, scrivono gli avvocati tedeschi, evidenzia «la chiara esistenza di lacune sistemiche nettamente riconosciute e ampiamente descritte. Non è quindi possibile affermare di trovarsi di fronte a casi isolati disgiunti dal sistema». Come è noto, la CEI e il suo presidente, il card. Matteo Zuppi, rifiutano che si parli di cause sistemiche e continuano a fare riferimento a “casi isolati”.
Su mille fascicoli esaminati grazie all’accesso al Centro di ascolto diocesano (nato ben 15 anni fa, mentre nel resto d’Italia hanno visto la luce intorno al 2020-21, e nemmeno dappertutto), agli archivi diocesani, dei Seminari, di varie istituzioni legate alla Chiesa, nel periodo dal 1964 – data di creazione dell’attuale diocesi di Bolzano-Bressanone – al 2023, emergono 67 «quadri di possibili aggressioni sessuali» che hanno coinvolto 75 persone. Si parla in 59 casi di «abusi in prevalenza probabili o dimostrati» a cui si aggiungono, sempre per quanto riguarda le persone offese, 16 casi che «risultano ancora non chiariti». E qui, un’anomalia rispetto al resto del mondo: il 68% di queste persone sono di sesso femminile, e l’abuso di sarebbe svolto quando avevano dagli 8 ai 14 anni. È noto infatti come, a livello tendenziale generale, più bassa è l’età degli abusati, maggiore è la percentuale dei maschi. Qui è il contrario, per cause che gli esperti dovranno studiare. Anche sul fronte degli abusatori c’è qualche sorpresa: 41 i preti coinvolti («29 per i quali le accuse mosse sono dimostrabilmente vere o altamente probabili. Rispetto ad altri 12 chierici, le accuse formulate non hanno potuto essere invece giudicate con il necessario grado di certezza», si legge nel rapporto). La loro età, al momento degli abusi, è più bassa di quanto emerga in altri analoghi rapporti, concentrando nel gruppo più folto (29%) la fascia di età compresa tra i 28 e i 35 anni.
Un dato interessante è che, se è vero che la gestione degli abusi è migliorata a partire dal 2010, data dell’esplosione in Germania dello scandalo che in questo territorio ebbe molte ripercussioni e data dell’istituzione del Centro di ascolto diocesano, la metà di questi 67 casi erano già noti alle istituzioni prima di quella data. Un segno della mancata volontà di fare chiarezza e di gravi ed evidenti carenze sistemiche.
"Nel 2023-2024, le presunte vittime di abusi sono state 115 di cui 64 maschi e 51 femmine. Nello stesso periodo i casi di presunti abusi sono stati 69, di cui 27 consumati in parrocchia. I presunti autori di abuso, in tutto 67, sono principalmente chierici".
E' quanto emerge dal terzo report della Cei sugli abusi ad opera di religiosi. I casi sarebbero aumentati da 32 a 37 tra 2023 e il 2024. I presunti abusi spirituali e di coscienza sono passati da 4 a 17 casi.
"La parrocchia - si legge - emerge come il luogo più comune per gli abusi segnalati. La fascia d'età più colpita tra le presunte vittime è quella di 10-14 anni (31,3%). La maggior parte dei presunti autori di abuso è chierico (44 su 67) e quasi tutti maschi (65 su 67)". Il confronto tra le due ultime indagini evidenzia un aumento nell'età media del presunto autore di abusi, che passa da 43 anni nel 2022 a 50 anni nel 2023-2024.
Con riferimento ai laici, il dettaglio relativo al servizio pastorale svolto indica che i presunti autori di reato, al momento della segnalazione, svolgevano i seguenti ruoli: catechista/educatore (4), volontario (3), collaboratore (2), insegnante di religione (1), seminarista (1), sagrestano".
Cifre elevate se pensiamo che in tutti gli altri paesi si sono avviate commissioni governative di inchiesta per poche decine di casi.
Come potete vedere nella sezione del nostro sito “Le omissioni nelle Diocesi CEI” abbiamo analizzato i casi censiti da CEI, poche decine di offender sessuali in meno di quelli censiti dalla Rete, che però risulterebbero tutti omessi dalla chiesa all’autorità giudiziaria italiana, tranne quando lo ha fatto la vittima di propria iniziativa, spesso dopo la delusione ottenuta in ambito canonico.
Naturalmente i casi sono molti più di quelli che esponiamo nel nostro database, ma di quelli in nostro possesso se pur in difetto abbiamo i dati e siamo voluti andare a vedere quante vittime deluse dai tribunali diocesani si sono successivamente appellate alla DDF e quale è stato l’esito.
Nella colonna di sinistra l’esito ottenuto dai processi canonici mentre a destra, i pochi sopravvissuti censiti che hanno ritentato la denuncia alla DDF.
Buona consultazione
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