In Italia oltre quattromilaquattrocento persone hanno segnalato abusi sessuali commessi da sacerdoti o religiosi.
È uno dei dati che emergono dal report di Rete L’Abuso, l’associazione fondata da Francesco Zanardi, sopravvissuto da ragazzo agli abusi di un prete a Savona e oggi tra le principali voci italiane ed europee sul tema.
Secondo il database di Rete L’abuso, i casi totali di autori di violenze sessuali segnalate (presunte e accertate) nella Chiesa italiana sono 1.296, di cui 1.154 rappresentati da sacerdoti. Le vittime note sono 4.674, di cui 4451 di età inferiore ai 18 anni: 4.444 abusate da preti, 9 da suore, 91 da catechisti, 76 da personale laico dell’indotto ecclesiale e 54 da scout. Di queste, 2.414 sono seguite direttamente dall’associazione.
L’incidenza dei preti coinvolti – il 3,72% dei circa 31 mila sacerdoti italiani – è considerata “molto alta”, soprattutto tenendo conto che si tratta di un censimento non ufficiale. Le segnalazioni raccolte da Rete L’Abuso coincidono quasi perfettamente con quelle riconosciute da fonti cattoliche nello stesso arco di tempo: uno scarto di soli 60 casi su più di mille censiti.
Nel panorama regionale, il Piemonte con i suoi 106 segnalati è al secondo posto in Italia dopo la Lombardia che ne ha 174. Dal 2020 a oggi le segnalazioni in Piemonte riguardano 106 abusatori presunti o conclamati. Le vittime piemontesi note sono 388: 40 donne, 348 uomini, di cui 10 adulti vulnerabili e una persona con disabilità; 377 sono minori.
La distribuzione per provincia mostra: Asti 6 abusanti, Biella 8, Cuneo 24, Novara 12, Torino 31, Verbano 6, Vercelli 8. Tra questi: 91 preti, 4 catechisti, 10 laici, 1 scout.
Riguardo ai processi canonici ne risultano 5 avviati, 3 mai avviati, dei restanti 98 non si hanno dati, 0 risultano condannati in sede canonica.
Per quanto riguarda la giustizia penale: 73 casi sommersi (casi noti e mai denunciati all’autorità giudiziaria italiana), 1 denuncia, 4 indagati, 2 condanne in primo grado, 1 in secondo grado, 18 condanne definitive, 3 prescrizioni, 2 confessioni, 2 patteggiamenti. Rete L’Abuso pubblica sul proprio sito i dati che raccoglie. Esiste anche una sezione dedicata ai dati forniti dalla CEI, nei cui report ufficiali tuttavia non compaiono i nomi dei segnalati, né le diocesi di appartenenza, né i luoghi dei reati, né i provvedimenti adottati, né il numero di vittime coinvolte da ciascun caso.
«Le scienze psicologiche definiscono gli abusi un vero e proprio omicidio psichico» afferma Zanardi. «Per questo non dovrebbero essere soggetti a prescrizione. E per questo la legge italiana dovrebbe prevedere l’obbligo di denuncia alla magistratura anche per i vescovi, come avviene negli altri paesi. Ma ciò non è possibile finché, in base al Concordato, non sono considerati pubblici ufficiali».
Donatella Signetti














